“Dopo aver letto sui giornali le dichiarazioni del Commissario di Governo subentrato al Sindaco De Fusco e alla sua Giunta della quale facevo parte in qualità di Assessore alle Politiche Finanziare, mi rendo conto sempre di più del danno creato a questa Città dai quei consiglieri comunali, ed in particolare quelli che facevano parte della maggioranza, che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio Comunale, bloccando di fatto il piano di risanamento del Bilancio Comunale di Pomezia avviato con l’approvazione da parte del Consiglio Comunale dell’esercizio finanziario 2012, dettagliatamente descritto sulla mia relazione allegata al bilancio di previsione e pluriennale 2012, 2013, 2014, redatto in piena sintonia con il Dirigente alle Finanze e i Revisori dei Conti. Dalle dichiarazioni del Commissario Prefettizio, si evince chiaramente tutto ciò che era già stato in precedenza affermato dal sindaco De Fusco in merito allo stato di equilibrio del Bilancio Comunale e di quanto c’è di positivo ed avviato formalmente dalla Giunta per arrivare in pochi anni al risanamento dei conti comunali. Difatti, è stato testualmente dichiarato che, “siamo ancora in fase di ricognizione e di analisi, ma possiamo tranquillamente affermare che Pomezia non corre il rischio del dissesto finanziario: sulla base dello studio commissionato ad un consulente finanziario dell’Amministrazione uscente, che mette in evidenza dei parametri positivi, non ci sono i presupposti per il dissesto, certo il problema creato dall’Aser, e la conseguente mancata riscossione di 50 milioni di Euro pesa parecchio” ed è conseguenza di una mancanza di liquidità nelle casse comunali.
Altra nota positiva colta nelle dichiarazioni dei Commissari è che confermano, per fortuna di questa Città, l’intenzione di voler approvare, con i poteri del Consiglio Comunale, quanto già avviato dalla Giunta De Fusco con delibera n. 186 dell’8 novembre 2012 di adesione all’opportunità data agli Enti Locali in difficoltà economica con il Decreto L.gvo n. 174/2012, cosiddetto Salva Comuni (che consisterebbe in un prestito di poco più di 18,5 milioni di Euro che l’Amministrazione dovrà restituire in dieci anni), una delibera già pronta per essere portata all’attenzione del Consiglio Comunale, atta a consentire di rimettere in equilibrio il bilancio e la cassa comunale;
E’ ovvio che tale manovra prevede inevitabilmente una forte riduzione delle spese generali, oltre ad una revisione in riduzione di tutti i contratti di servizio in essere e/o in scadenza (Università, Pomezia Servizi, trasporti pubblici, scuolabus, servizio di igiene urbana, mensa scolastica etc.) nell’ottica della spendig review introdotta dal governo Monti, con conseguenti forti sacrifici economici per l’intera Amministrazione Comunale compresi i dirigenti e i dipendenti comunali, difficilmente digeribile da quei politici abituati ad “utilizzare” l’amministrazione comunale per incrementare il proprio consenso elettorale, a garanzia di una nuova elezione in consiglio comunale.
Una cosa che la politica non avrebbe sicuramente fatto è la successiva revisione in aumento delle tariffe dell’acqua, anche se ferme da anni e un nuovo aumento delle tariffe per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, peraltro già aumentati del 15% per l’anno 2012, evitando così di infierire ulteriormente sui propri cittadini, invece eseguita dai commissari i quali, non essendo a conoscenza delle problematiche sociali sul territorio, ovviamente e giustamente si preoccupano soprattutto di fare ritornare i conti; questo grazie a quei consiglieri comunali che con le loro dimissioni hanno deciso di mandare a casa l’Amministrazione Comunale, senza pensare, a certe “conseguenze” che si hanno durante la gestione commissariale.
A dimostrazione della reale volontà di abbassare le spese del Comune di Pomezia posso tranquillamente affermare che, per fare qualche esempio, sul bilancio di previsione 2012 erano già state tagliate tutte le spese sostenute in precedenza dall’Amministrazione comunale per la gestione dell’Area Vasta di Via della Vaccareccia, che molto ha fatto discutere e dove, oltre all’impiego a pagamento di una serie di persone per progetti di dubbia e reale esigenza e conseguente efficacia, per impegni di spesa di oltre 750 mila Euro, il Comune di Pomezia sosteneva una spesa di 10 mila Euro/mese per l’affitto dei locali, oltre al pagamento delle utenze elettriche, telefoniche, riscaldamento, arredi e attrezzature operative.
Altra spesa che era stata ancora ridotta è quella per il trasporto pubblico svolto dalla ditta Troiani che, a parità di servizio, era stata portata a 400 mila Euro/anno IVA inclusa, rispetto ai 500 mila Euro/anno oltre IVA, degli anni precedenti.
Ed inoltre, sempre sul bilancio di previsione 2012, va precisato che sono state bocciate le richieste di una forza politica di maggioranza che, attraverso il proprio assessore, aveva richiesto di inserire nelle spese del P.E.G. (Piano Economico di Gestione) delle Attività Produttive e Sostegno alle Industrie un impegno economico di circa 500 mila Euro per la progettazione del Distretto Turistico e altrettanti per il Distretto Industriale, una spesa complessiva di circa un milione di Euro (quasi due miliardi delle vecchie lire) in assenza di oggettive motivazioni.
Evidentemente questi segnali di volontà nel voler veramente ridurre le spese per risanare il bilancio comunale, con ovvi e molteplici sacrifici economici, ha preoccupato alcuni consiglieri comunali che, abituati in altro modo, hanno deciso di “fare altro” affidando il potere della gestione dell’Ente ai Commissari di Governo che, hanno il “compito di traghettare Pomezia fino alle prossime elezioni che si svolgeranno a fine maggio”; mi auguro che abbiano anche la volontà di continuare nel percorso virtuoso già tracciato con l’approvazione del bilancio di previsione 2012 e soprattutto con la delibera n. 186 dell’8 novembre scorso di adesione al Fondo di rotazione (Salva Comuni) dalla Giunta De Fusco, cosicché chiunque andrà a governare Pomezia dopo le elezioni amministrative, sarà costretto a portare avanti quanto già stabilito in precedenza.
L’ex assessore alle politiche finanziarie Antonio Maniscalco”