È ripreso con 20 minuti di ritardo il Consiglio comunale sospeso lo scorso venerdì su richiesta del consigliere Volante; era stato rinviato ad oggi alle 10 e non era prevista la doppia chiamata. Inoltre, trattandosi di seconda convocazione, erano sufficienti 6 consiglieri ed il Sindaco per rendere valida l’assemblea.
In discussione i punti che prevedevano l’aumento dell’aliquota TASI e l’approvazione del regolamento della IUC; entrambi i provvedimenti sono propedeutici alla presentazione del bilancio.
Fin da subito è stato chiaro un certo nervosismo tra i consiglieri di maggioranza perché già alle dieci passate non c’erano ancora le presenze richieste per poter aprire l’assise, e così il Presidente Giordani ha tirato alle lunghe, con la scusante che era in corso una conferenza dei capigruppo, ha aperto la seduta quando è stato certo che poteva essere garantito il numero minimo dei presenti richiesti dal regolamento comunale.
Si è partiti dalla discussione che doveva portare alla delibera di un aumento, con effetto retroattivo, della TASI portandola dal 2 al 2,5 per mille l’aliquota. Un 25% di aumento tutto sulle spalle dei cittadini che porterà nelle casse comunali oltre 700.000 € in più. La relazione del dirigente Mazzone chiarisce che tra le motivazioni principali del provvedimento c’è la trattenuta di oltre 7 milioni di Euro che lo stato applica al comune per effetto del contributo al fondo di solidarietà per i comuni. Anche questa volta omette di spiegarne i motivi fornendo i dati come se la cosa fosse del tutto naturale.
Negli interventi che la discussione ha generato i consiglieri di opposizione non hanno risparmiato critiche all’amministrazione attribuendole tutte le responsabilità del fallimento. “ma con quale coraggio – ha esordito il consigliere Rossi – vi presentate ai cittadini chiedendo loro ancora soldi?”; “E con quale coraggio – ha risposto la maggioranza attraverso Marcucci – voi dite queste cose quando è stato proprio il Presidente del consiglio a cui voi fate riferimento a ridurre i Comuni in questo stato?”. “Aprilia ha avuto indietro dal fondo l’intera sua quota versata ed oltre due milioni in più, lo stesso è accaduto a Pomezia – ha dichiarato Abate – Zero è quanto è stato ridato ad Ardea per l’incapacità ad amministrare di questo Comune, Ci state facendo vivere come gli zulu”.
Al momento della votazione i consiglieri di opposizione hanno lasciato l’aula ed il provvedimento è dichiarato approvato dal Presidente Giordani con 7 voti a favore e l’astensione di Volante. Rientrando in aula, per voce del consigliere Abate, l’opposizione ha fatto presente che, secondo la loro interpretazione del regolamento comunale, la votazione avrebbe richiesto la presenza in aula di almeno 8 consiglieri senza tenere in conto il Sindaco. Il presidente non ha però accettato la contestazione, ritenendo valida la votazione. Il successivo punto all’ordine del giorno ha visto l’approvazione di un regolamento, quello della IUC (composta dall’insieme di IMU, TARI, e TASI). In questo caso il regolamento comunale è chiarissimo: per l’approvazione è richiesta la presenza di almeno 8 consiglieri. Il Presidente ed il Sindaco e lo stesso dirigente si sono resi conto del problema; con l’opposizione fuori dall’aula il Presidente, conclusi i pochi interventi, avrebbe dovuto mettere ai voti il regolamento, ma ha preferito tergiversare, forse aspettando l’arrivo di un sostegno dall’esterno; il Sindaco ha quindi posto qualche domanda al dirigente che nemmeno risponde e per molti minuti l’assise è rimasta muta, aspettando non si sa cosa. Quando il Presidente, ormai costretto dall’evidenza, ha messo ai voti la delibera, constatata la mancanza del numero legale richiesto, ha ritirato il punto all’ordine del giorno dichiarando che sarà ripresentato al prossimo consiglio comunale. Molti i dubbi di legalità su tutto quanto è accaduto. Certa la scadenza dei termini prevista dalla legge.
Un terzo punto prevedeva una delibera per abbassare del 10% la base d’asta per la vendita delle farmacie comunali, in quanto nessuno ha presentato offerte alla prima asta. Il dirigente ha suggerito, per snellire le procedure, di votare anche la decisione da mettere in atto in caso anche la seconda asta andasse deserta. Su questa seconda questione è stato bocciato dall’intera maggioranza l’emendamento di Abate che richiedeva di tenere in carico al Comune le farmacie e amministrarle in modo da renderle remunerative; è passato invece all’unanimità, dopo l’uscita piccata di tutti i consiglieri di opposizione, l’emendamento della maggioranza che prevede di vendere le farmacie con un procedimento di trattativa privata: la maggioranza ha stabilito che ci sarà un ribasso d’asta del 10% rispetto a quanto previsto in precedenza e, se neanche alla prossima asta ci saranno offerte, l’orientamento del consiglio è di avviare una trattativa privata con avviso pubblico. Le offerte per quest’ultimo genere di vendita dovranno passare in consiglio comunale.
Riguardo alle altre questioni, l’appuntamento è per mercoledì 17 settembre.
Mario Savarese