Con una mano, da un lato, fa emergere da sotto il tappeto i debiti fuori bilancio mentre con l’altra, dall’altro lato, ne nasconde di nuovi creati appositamente per far quadrare i conti.
Così il comune di Ardea decide di “tirare a campare” sperando di farla ancora franca con la Corte dei Conti. Questa in sintesi la strategia ordita secondo il consigliere di maggioranza Luca Fanco.
Oggi, 31 agosto 2015, ad un mese esatto dalla scadenza imposta dal Ministero degli Interni, otto consiglieri di maggioranza – era assente per ferie un consigliere di FI – ed il sindaco hanno votato a favore del bilancio più scandaloso che la storia di questo comune ricordi.
Non erano stati sufficienti gli aumenti delle aliquote della TASI, delle tariffe della TARI e l’introduzione di una nuova tassa, quella così detta dei “canoni non ricognitori” a coprire l’enorme buco creato dai debiti e dalle maggiori trattenute con cui lo stato penalizza questo comune non virtuoso; e così – ha ipotizzato Luca Fanco nel suo intervento – si è ricorsi alla finanza creativa: qualche entrata in più che mai ci sarà, qualche spesa in meno che mai si verificherà, ed ecco che magicamente l’agognato pareggio è raggiunto; una soluzione che apre le porte al sospetto del falso in bilancio che, se dimostrato, avrebbe conseguenze gravissime sul futuro politico di tutti coloro che vi hanno concorso.
Anche Cristina Capraro ha tentato con il suo intervento di ottenere almeno un risultato utile per i cittadini la la sua richiesta di risoluzione a che una cifra di 500.000 € sia discussa in un prossimo consiglio per destinarla alle mense scolastiche dei bambini è stata bocciata dalla totalità della maggioranza. Passano invece le risoluzioni del consigliere Sperandio per assegnare ulteriori 10.000 € alle guardie ambientali, ecozoofile e protezione civile, ed altri 10.000 € per le famiglie indigenti.
La minaccia derivante dall’intervento di Fanco non ha però preoccupato la maggioranza che evidentemente è conscia di aver eseguito a regola d’arte i consigli degli esperti amministratori a cui si è rivolta e che inattaccabile sarà il loro operato. Lo spettro del commissariamento a seguito della mancata approvazione del bilancio, con loro grande soddisfazione, è stato scongiurato.
Sarebbe stata certo una iattura per i politici costretti anzi tempo a lasciare quelle poltrone a cui tanto sono attaccati, ma non sarebbe stata una soluzione invisa ai cittadini che, seppur non ricavando vantaggi economici dal commissariamento che li avrebbe condotti al voto il prossimo anno, si sarebbero almeno salvati dai nuovi progetti e strani insediamenti industriali atti a non portar loro vantaggio alcuno.
Ad evitare tutto questo sarebbe bastato il voto contrario del consigliere UDC che fin dal momento in cui è entrato in surroga al suo predecessore ora assessore, soffre di mal di pancia ogni qualvolta si addentra nelle delibere che è costretto a votare; di recente nominato presidente della commissione bilancio si è immediatamente dimesso dopo aver tenuto la prima riunione, spaventato dallo scenario che gli si prospettava. Seppur contrariamente alle indicazioni del suo partito ha tuttavia preferito “turarsi il naso” e votare a favore.
È stato facile per il sindaco e i suoi seguaci far passare delibere propedeudiche senza il controllo della commissione trasparenza presieduta dallo stesso consigliere che li ha salvati con il proprio voto consentendo l’introduzione della vitale tassa dei canoni non ricognitori, ed ancor più facile arrivare al voto senza essere degnamente contrastati da un’opposizione che, salvo un paio di eccezioni, è implosa su se stessa dissolvendosi in un buco nero. Le sole “difficoltà”, per altro facilmente superate, sono sorte solo dall’interno per via del malcontento dei consiglieri dell’UDA e di qualche assessore reso assai perplesso dalla spregiudicata gestione della cosa pubblica.
Ed ora ? Ora, ricordando il grande Troisi, “non ci resta che piangere”.
Mario Savarese