“Con questo documento politico voglio rispondere alle domande che molti si stanno facendo in città, in particolare voglio rispondere a tutti quei cittadini ed amici che mi hanno chiesto in questi giorni se mi candiderò alle prossime elezioni comunali. Inizio col rispondere a chi ha chiesto ai politici locali :“convincetemi a votare per voi, aiutatemi a capire se vale la pena fare il tifo per voi”. Credo sia importante chiarire prima di tutto per chi faccio il tifo io. Io faccio il tifo per Elena, senza denti e senza soldi, ospite di amici perché non trova lavoro da un anno e non potendo pagare l’affitto è stata sfrattata ed ora è 250esima nella graduatoria delle case popolari di Pomezia che di case popolari da assegnare non ne ha neanche una. Faccio il tifo per Mario che proprio ieri mi ha scritto di aver trovato un lavoro e qualche mese fa con un solo misero contributo di 500euro ha potuto firmare il contratto d’affitto per una nuova casa trovando così la forza di rifarsi una vita. Faccio il tifo per Katia che deve tornare nella nostra casa famiglia perché i genitori affidatari, che chiama mamma e papà da quando aveva 5 anni (ora ne ha 14), non la vogliono più adottare dopo la nascita di un figlio naturale. Faccio il tifo per Vale che da sempre è l’unico sostegno di sua sorella disabile che frequenta il nostro centro diurno, che da 4 anni è l’unico sostegno delle due nipotine rimaste senza mamma (sua sorella) ed unico sostegno di una madre 80enne con una pensione da miseria che non basta mai. Faccio il tifo per un piccolo comitato di quartiere che senza mai chiedere contributi al comune ogni anno organizza una bellissima festa dove si balla e si canta fino a tardi. Faccio il tifo per Carlo che ha il papà paralizzato a letto da 2 anni e nonostante sono poverissimi è ancora in lista d’attesa per l’assistenza domiciliare, perché di ore in più non ne abbiamo e chi ne ha tante ed è ricco se le tiene strette e non le cede e tocca aspettare che muoia qualcuno per un minimo di ridistribuzione. Faccio il tifo per Giorgia e Paolo, messi in cassa integrazione ad un anno dal matrimonio ed ora aspettano un bimbo. Ecco, io alle prossime elezioni farò il tifo per chi rappresenterà loro. Io faccio il tifo per chi mette al centro dell’attenzione, al centro dei programmi elettorali LE PERSONE, per chi ha dimostrato di essere capace di stare vicino alla gente, capace di costruire relazioni sociali diverse e soprattutto capace DI RISOLVERE I PROBLEMI. Faccio il tifo per chi fa politica per servire e non per risolvere le proprie questioni private. Per chi prova amore e rispetta la dignità delle esperienze concrete di vita che ascolta ed è pronto a metterci l’anima per AIUTARE, PARTECIPARE. Ci sono due questioni con le quali non ci si può non confrontare: le responsabilità del risultato negativo della sinistra pometina alle passate elezioni e questo benedetto/maledetto rinnovamento di cui parla tutta Italia.
Io credo che le colpe dell’allontanamento degli elettori di centro sinistra dai nostri partiti vadano ricercate proprio tra i nostri politici.
La colpa è di quei politici che hanno assegnato case popolari ad amici e parenti che non ne hanno diritto e lasciano Elena senza casa. E’ colpa di quei politici che per anni hanno elargito contributi per l’affitto ad un numero ristretto di persone senza i requisiti ed hanno mandato Mario in depressione perché non sapeva dove sbattere la testa.
E’ colpa di quei politici che hanno sputtanato il lavoro di migliaia di operatori e volontari che ogni giorno si prendono cura di bambini e ragazzi che nessuno adotterà mai, affermando che dietro alle case famiglia c’è un business con rette da 200euro al giorno ed hanno permesso che l’ufficio finanziario pagasse le fatture dei loro “amici imprenditori” lasciando le case famiglia con debiti di oltre 300 mila euro.
La colpa è di quei politici che interferiscono con l’assegnazione delle ore di assistenza domiciliare o di frequentazione dei centri diurni comunali per tutelare i loro 400/500 voti di scambio.
La colpa è di quei politici che si infilano in comitati ed associazioni di cui non gliene frega niente solo per carpire voti e stanno sempre nell’ufficio cultura a cercare di ottenere contributi per iniziative fasulle.
Politici che accompagnano i loro portatori di voti all’ufficio politiche sociali, gente ricca, che ha 8/10 ore di assistenza domiciliare al giorno e non vuole cederne neanche una e non vuole contribuire neanche con 1euro al pagamento e che magari le ha pure ottenute con autocertificazioni false.
La colpa è di quei politici che raccomandano amici e parenti per dei posti di lavoro che tolgono a ragazzi in gamba come Giorgia e Paolo, negandogli anche ogni speranza e possibilità.
All’interno dei partiti di centro sinistra ci sono tanti militanti, attivisti, iscritti e dirigenti che da anni fronteggiano, denunciano e combattono contro questi politici e questo è ciò che io chiamo RINNOVAMENTO. Questo è ciò che pretendo dal mio partito. Ora, dalle prossime elezioni. RINNOVARE, CAMBIARE. Io e tanti altri siamo pronti ad intraprendere un viaggio tanto entusiasmante quanto impegnativo e privo di certezze, un avventura ambiziosa, con modestia e senso di responsabilità. Io credo fortemente che questo sia il momento di dimostrare meno chiacchiere e più pratiche, è il momento di cambiare le cose, è il momento di mettere a disposizione noi stessi, le nostre vite per qualcosa che le rende più grandi: LA BUONA POLITICA, quella fondata su un patto di cittadinanza, sul rispetto delle regole, sulla legalità e su un grande senso di responsabilità. Io non sono per la rottamazione, è un termine che non sopporto, non credo si debbano buttare via le esperienze, i contributi di quanti ci hanno preceduto, quello che stiamo chiedendo è più spazio per noi giovani, per idee nuove, per progetti diversi sui nostri vecchi e cari temi della sinistra italiana: scuola, famiglia, sociale, lavoro e tutto questo NON DEVE ESSERE STRUMENTALMENTE DESCRITTO COME IL GESTO DI SCANSARE QUALCUNO PER METTERSI AL SUO POSTO. Il centro sinistra potrà vincere la sfida solo se saprà rinnovarsi e cambiare e conciliare il rinnovamento con la saggezza dell’esperienza e fondere il tutto in un progetto politico serio. Se tutto questo avverrà nelle prossime settimane allora anche io sono pronta a contribuire e candidarmi e portare al MIO PD i consensi (pochi, come dicono i bene informati) che avrò. Se al contrario prevarranno egoismo, egocentrismo, personalismo ed individualismo allora io non ci sarò.
Rosaria Del Buono”