Piazza della Repubblica è uno dei luoghi simbolo di Roma. Situata a due passi dalla stazione Termini da queste parti transitano oggi giorno migliaia tra turisti e romani. Ma sapete perché si chiama così? E sapevate che l’attuale denominazione non è quella originaria? Cerchiamo dunque di saperne di più.
Ogni monumento di Roma, ogni via, piazza, e fino ai posti più nascosti della città, racconta una storia diversa e unica nel suo genere. E anche di fronte ai luoghi iconici della Capitale, Colosseo in testa, è sempre bene soffermarsi per approfondirne curiosità e aneddoti che magari non conoscevamo prima. E’ questo il caso di Piazza della Repubblica: scopriamola più da vicino!
Come si chiamava prima Piazza della Repubblica e perché
Intanto è necessario fare un passo indietro. Sì perché quella che oggi chiamiamo Piazza della Repubblica in realtà fino a poco tempo fa aveva un altro nome. Quale? Piazza Esedra. Il motivo di questa denominazione è presto detto: la piazza traeva la sua denominazione dalla grande esedra (ambiente a forma di emiciclo all’interno degli edifici pubblici e privati dell’età romana) delle terme di Diocleziano, il cui perimetro è ricalcato dal colonnato semicircolare della piazza stessa, opera di fine ottocento dell’architetto Gaetano Koch. Suoi anche gli imponenti palazzi presenti nell’area che oggi ospitano il cinema e gli hotel di lusso.
Spiegato il cambio nome
Ma perché allora fu deciso di cambiare il nome della Piazza? E soprattutto perché? La modifica della denominazione risale al 1953: quell’anno una delibera del Campidoglio trasformò Piazza Esedra in Piazza della Repubblica per omaggiare la nuova forma di Governo scelta dagli italiani dopo la seconda guerra mondiale.
Piazza della Repubblica oggi: cosa vedere
Oggi la piazza rappresenta uno dei luoghi più belli e suggestivi di Roma, specie nelle ore serali. Qui si affaccia la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri (opera di Michelangelo) ricavata da un’ala delle terme romane. Il lastricato della Chiesa ospita la meridiana su cui sono rappresentati i segni zodiacali. Secondo una fonte veniva utilizzata come orologio solare fino al 1846 quando fu sostituita dal cannone del Gianicolo e lo scopo dell’installazione era di verificare empiricamente la correttezza del calendario gregoriano. In questo modo si riduceva il margine di errore nel determinare la data della Pasqua, nel modo più coerente possibile con i moti del Sole e della Luna. Al suo interno è inoltre presente una mostra permanente che ripercorre la storia delle terme di Diocleziano e della loro trasformazione in Chiesa.
Tornando alla Piazza, al centro vi è invece la fontana delle Naiadi, realizzata dal palermitano Mario Rutelli che scolpì il gruppo artistico agli inizi del 1900. Le statue rappresentano la ninfa dei laghi, quella dei fiumi, quella degli oceani e delle acque sotterranee, ciascuna delle quali abbinata ad un animale. Al centro c’è il gruppo del Glauco a simboleggiare il dominio dell’uomo sulle forze della natura; in precedenza c’erano tre tritoni, un delfino e un polipo – oggi spostati a Piazza Vittorio – che i romani ribattezzarono “fritto misto” con la consueta ironia che li contraddistingue. L’acqua invece proviene dall’acquedotto dell’acqua marcia. Chiudiamo con una curiosità in merito alla fontana: la presenza delle figure femminili molto provocanti suscitò numerose polemiche tanto che l’opera, inizialmente, rimase nascosta da una recinzione di legno. Soltanto nel 1914 avvenne poi l’inaugurazione definitiva.
Come arrivarci
Per arrivarci basta semplicemente utilizzare l’omonima fermata della Metropolitana della linea A. Si può anche scendere a Roma Termini e proseguire a piedi considerando la breve distanza tra le due. Qui giunge anche una delle strade storiche e di maggior importanza per la Capitale: la centralissima Via Nazionale.