Le opere romane dell’Antica Roma sono sopravvissute per interi millenni, circa 2 mila anni nel dettaglio. Ma come è potuto accadere? Ecco svelato il motivo.
Le opere romane dell’Antica Roma fanno parte della nostra storia, e sono conosciute in tutto il mondo. Ad ogni modo, siamo riusciti a studiarle e c’è chi ha avuto la fortuna e modo di ammirarle, grazie al fatto che siano sopravvissute per 2 interi millenni. Ma come è possibile che queste opere siano sopravvissute così a lungo? Ecco svelato il motivo dagli scienziati del MIT.
Opere romane sopravvissute per oltre 2 mila anni, svelato il motivo
Le opere romane dell’Antica Roma sono conosciute in tutto il mondo. Abbiamo avuto modo di studiare a scuola e di conoscere così le principali opere messe a punto dagli antichi ingegneri romani. A loro va dato il merito di aver costruito acquedotti che a distanza di migliaia di anni funzionano perfettamente.
Vi starete chiedendo come sia possibile queste opere romane possano essere durate così tanto a lungo. Ebbene, la verità è emersa solo in questi giorni e pare che sia stata svelata dagli scienziati del MIT.
Secondo quanto riferito nell’ultimo periodo dagli esperti, i Romani avrebbero utilizzato oltre 2 mila anni fa il calcestruzzo pozzalanico. Si tratta di un materiale molto particolare che riesce a conferire alle strutture una massima resistenza, capace appunto di resistere per milioni e milioni di anni.
Ma quali sono queste opere sopravvissute e dunque presenti ancora oggi sul territorio italiano?
Esempi di opere
Il Pantheon, è ad esempio uno degli edifici caratteristici di quell’era. E’ stato costruito oltre 2 mila anni fa e dispone di una cupola realizzata proprio con questo materiale, il calcestruzzo non armato. La cupola di questo edificio è la più grande al mondo, almeno al momento ed è anche una delle opere più antiche.
Realizzato proprio con la pozzolana, che altro non è che una miscela che si ottiene mescolando la cenere vulcanica che proveniente da Pozzuoli, alla calce. Questa miscela porta alla creazione di un tipo di calcestruzzo molto alto in termini di qualità e potremmo dire indistruttibile nel tempo.
Gli studi e le testimonianze degli esperti
Ad ogni modo, nonostante si tratti di un tipo di calcestruzzo davvero formidabile, nell’ultimo periodo i ricercatori del Massachusetts Institute of Tecnology hanno fatto una scoperta che ha dell’incredibile.
Si è infatti scoperto che non sempre i materiali utilizzati e le tecniche di mescolamento fossero uguali. A catturare l’attenzione degli esperti sono stati alcuni frammenti di piccole dimensioni e di colore bianco, presenti all’interno del calcestruzzo. Si era ipotizzato in primo momento che queste crepe fossero il risultato di una miscelazione sbagliata.
A parlare però e dare una spiegazione è stato il professore Admir Masic, un esperto di materiali al MIT, sostenendo di non aver mai creduto chw queste crepe fossero da addebitare ad una qualità scadente del materiale utilizzato.
Attraverso degli studi ben approfonditi, utilizzando anche il microscopio elettronico, il sistema di Imaging Raman Confocale, e la spettoscopia a raggi C, si è potuto constatare che i Romani erano soliti produrre il calcestruzzo in questo modo, ovvero andando a mescolare la calce viva con la pozzolana e l’acqua, utlizzando alte temperature.
Proprio questa tecnica, chiamata a “miscelazione a caldo”, avrebbe dato con il tempo modo a queste crepe di venire fuori. Se da una parte questa tecnica, la miscelazione a caldo, causava queste crepe, dava sicurezza in termini di efficacia ed efficienza.
A parlare è stato il professor Masic, che parla di tanti vantaggi. Uno di questi? La capacità di auto-riparazione del calcestruzzo, che è stata evidenziata anche in un altro edificio risalente all’epoca romana, ovvero la Tomba di Caecilia Metella.
In questo caso, le crepe nel calcestruzzo si erano riparate proprio con la calcite. Proprio questo potrebbe essere il motivo per cui il calcestruzzo romano è durato interi millenni e continua tutt’oggi ad essere indistruttibile.