Modi di dire, espressioni entrate nel linguaggio comune, spesso di tutti i giorni ma di cui magari ignoriamo origini e (vero) significato. Roma, in questo senso, offre un ricchissimo “vocabolario” di frasi particolari utilizzate quotidianamente dai suoi abitanti.
Stavolta ci occupiamo del modo di dire “papale, papale“: chi di noi infatti, almeno una volta, non ha utilizzato questa espressione? Sostanzialmente si usa per indicare un qualcuno che dice le cose come stanno, senza giri di parole, alla stregua di “pane, pane, vino al vino“. Insomma, una persona che parla senza troppi giri di parole o peli sulla lingua. Ma è davvero corretto questo utilizzo? E soprattutto: da dove deriva questa espressione e da quando si è iniziato ad utilizzarla? Scopriamolo insieme.
Perché si dice ‘papale papale’
“De tu nonno in carriola“, “fare il giro di Peppe” fino a “idem con patate“, tutti modi di dire entrati a far parte del linguaggio comune di cui abbiamo trattato usi e origini (basta cliccarci sopra per leggere gli approfondimenti). Vediamo ora perché si dice invece ‘papale, papale’. Così, in prima battuta, il pensiero, considerando le parole utilizzate, non può che andare alla figura del Papa. Ma è davvero così?
Ebbene sì, sembrerebbe che in effetti il riferimento vada proprio al Pontefice quanto meno nell’origine di questa frase idiomatica. Si pensa indichi il modo con cui i Capi della Chiesa Cattolica siano soliti preparare i loro discorsi, dritti al punto e senza troppi fronzoli. L’idea, cioè, di parlare di un qualcosa in modo diretto, semplice, in grado da un lato di essere facilmente comprensibile e dall’altro di raggiungere il nocciolo della questione in poco tempo.
Diverso è però l’approccio per quanto riguarda l’effettivo utilizzo di questa frase nel linguaggio di tutti i giorni. Sebbene “papale, papale” mantenga i crismi di schiettezza, sincerità, nell’usarlo i romani non fanno riferimento né alla religione, né tanto meno al Papa. E’ la frase dunque che, scorporata dal presunto significato originale, ne ha mantenuto tuttavia il contenuto. Dunque il significato è pressoché lo stesso, ma si rimane nell’ambito profano senza scomodare la religione.
Esempi di utilizzo
Facciamo qualche esempio. “Te lo dico papale, papale, tuo cugino non mi piace proprio“, questo uno dei modi in cui questa frase si potrebbe utilizzare. E ancora: “Gli disse papale papale quello che pensava di lui”, “Ti riferisco papale papale quello che mi ha detto“, gli altri esempi citati dalla Treccani che ne dà come definizione “in modo diretto ed esplicito, con assoluta franchezza, senza reticenze o mezzi termini”. C’è da dire che ormai, al giorno d’oggi, l’espressione non è più confinata al dialetto romanesco, semmai ci sia stato un tempo in cui lo fosse, considerando che è entrata nell’uso comune un po’ in tutta Italia tanto da ritrovarla anche in moltissimi articoli di giornale.
Le origini di questa espressione
Veniamo ora alla seconda domanda. Da quando si è iniziata ad utilizzare questa espressione? L’origine di questa locuzione, è opportuno sottolineare, è incerta. Tuttavia alcuni esperti hanno avanzato delle ipotesi. E’ questo il caso di Giorgio De Rienzo e Vittoria Haziel, linguisti che, tra gli altri, si sono occupati della rubrica Scioglilingua del Corriere della Sera. Ebbene, secondo quanto spiegato durante la trattazione proprio della frase ‘papale, papale’, sostengono che le sue origini siano più “intuibili che documentabili”. In altre parole tutto nasce, anche se non può esserne stabilita con certezza l’inizio, dal concetto che il Papa sia portare di verità e che dunque quest’ultima sia il più chiara e semplice possibile.