Paolo Pietrangeli con le sue canzoni Valle Giulia e Contessa ha segnato la storia italiana e continuerà a farlo. Pietrangeli iniziò gia da giovane, all’età di circa 21 anni, a far parte del Nuovo Canzoniere Italiano ridando vita a molti dei canti tradizionali e di protesta. Inoltre nel ’68, con i suoi 23 anni, durante il periodo delle agitazioni, compose quelli che i movimenti giovanili di sinistra utilizzarono come loro “inni”. Tra questi ricordiamo soprattutto Valle Giulia e Contessa, incise con la seconda voce di Giovanna Marini con la quale collaborò anche nel film I Giorni Cantati.
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La storia di Valle Giulia
La canzone Valle Giulia si ispira al primo esempio, in Italia, di contrapposizione diretta tra studenti e polizia avvenuta il 1 Marzo 1968 a Roma. Ci fu un importante scontro tra studenti e forze dell’ordine davanti la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Gli studenti volevano riprendersi la Facoltà di Architettura sgomberata e occupata dalla polizia qualche giorno prima. Il titolo del brano è dovuto al nome della via in cui accadde lo scontro: Via di Valle Giulia.
La storia di Contessa: il racconto di Pietrangeli
Contessa, colonna sonora del 1968 per tutti gli italiani, è stata composta da Pietrangeli facendo riferimento ad una conversazione origliata, involontariamente, dall’artista in un caffè di Roma nel Quartiere Trieste. È stata scritta in tre notti del 1966 come risposta alla conversazione sentita al bar e alla rivolta degli studenti. Da una risposta, Contessa, è divenuta l’inno per antonomasia del ’68 italiano. Pietrangeli racconta la nascita di Contessa dicendo:
“un milione di anni fa, chiuso in casa per una punizione dei miei genitori che mi impediva di uscire la sera, invidioso dei miei compagni che occupavano l’università giorno e notte, pieno di sensi di colpa nei loro confronti, ho sentito per la prima volta “l’urgenza”. L’urgenza è l’insopprimibile necessità di dire, di raccontare qualcosa a qualcuno o anche a te stesso. […] Di giorno potevo uscire e nel bar Negresco di piazza Istria a Roma, vicino a casa mia, avevo avuto una questione con due clienti di quel bar […]. Il succo del loro chiacchiericcio era un concentrato di luoghi comuni; sentii il bisogno, l’urgenza appunto, di rispondere. […] Tre notti chiuso in camera tra le due urgenze e venne fuori una canzone. Il quarto giorno, di prima mattina, andai alla Sapienza per far conoscere ai miei compagni insonnoliti il frutto di quell’urgenza. […] Molti mesi dopo, avevo conquistato la libertà, ero a Pisa per una manifestazione […] mi misi su un lato della strada a vedere tutti quei ragazzi e quelle ragazze che cantavano Contessa. […] È stato uno dei momenti più belli della mia vita.”