In totale sono 7 i tifosi lidensi raggiunti dalla misura di prevenzione del Divieto di Accesso alle Manifestazioni Sportive, emessa dal Questore di Roma CARMINE ESPOSITO, in merito ad episodi avvenuti durante 2 partite dell’Ostia Mare il 5 maggio ed il 13 ottobre dello scorso anno.
Nello specifico, durante l’incontro di calcio tra l’A.S. Ostia Mare e Monterosi F.C., a seguito della sconfitta casalinga, un gruppo di Ultras composto da 4 persone si è riversato sulla recinzione del campo di calcio con il chiaro intento di intimorire la squadra lidense. Nella circostanza uno di essi è riuscito ad entrare nel terreno di gioco con il chiaro intento di arrivare ad uno scontro fisico con i giocatori.
Mentre nella partita disputata dall’Ostia Mare contro l’U.S. Ladispoli, le video-riprese effettuate dalla Polizia Scientifica hanno documentato alcuni tifosi della squadra lidense che hanno messo in atto una serie di provocazioni con minacce ed ingiurie, al fine di provocare la tifoseria avversaria ad uno scontro fisico, evitato poi soltanto dal cordone di Polizia opportunamente predisposto.
In entrambe le partite, tramite le indagini condotte sin da subito dal commissariato Ostia Lido di Roma, anche attraverso la scrupolosa verifica delle registrazioni video-fotografiche effettuate allo stadio, si è giunti all’individuazione ed identificazione degli autori delle condotte violente, nei confronti dei quali è stato irrogato il D.A.S.P.O. tramite una capillare istruttoria realizzata dalla Divisione Anticrimine della Questura di Roma.
I destinatari del provvedimento
I destinatari del provvedimento hanno tra i 29 ed i 37 anni. Per uno la durata è di 8 anni, per 3 di 6 anni, per 2 di 5 anni e per l’ultimo di 3 anni; per tutti è previsto l’obbligo di firma in concomitanza degli incontri di calcio. 6 dei daspati risultano essere recidivi e, ad uno in particolare, in passato, era già stato notificato analogo provvedimento di divieto di accesso alle manifestazioni sportive per inottemperanze durante gli incontri di calcio della A.S. Roma.