Ieri pomeriggio si è tenuto a via Bernardino Ramazzini un sit-in di Fratelli d’Italia, dove il partito di Giorgia Meloni si è opposto alla decisione di spostare i nomadi del Camping River all’interno degli spazi della Croce Rosa Italiana. Non è la prima volta che i meloniani manifestano perplessità sull’utilizzo dei locali di questa CRI, considerato come già nel 2016 avevano mostrato contrarietà nello spostamento di alcuni richiedenti asilo negli stessi spazi dei crocerossini.
La destra dell’XI e del XII Municipio lamenta da anni come l’attuale sito della CRI in via Ramazzini sia diventato da anni un centro d’accoglienza per nomadi e migranti, in una zona già di per sé molto difficile – in fatto di sicurezza – vista l’ulteriore presenza dei tossicodipendenti presso Villa Maraini. Proprio queste condizioni hanno spinto tanti cittadini locali a sostenere la manifestazione di ieri, che ha visto gli interventi di numerosi esponenti romani, regionali e nazionali di Fratelli d’Italia e una prolifica raccolta firme per contestare la permanenza dei nomadi all’interno del centro.
Al senatore Marco Marsilio abbiamo chiesto come si sta muovendo il suo partito all’interno della Camere sulla gestione dei nomadi e sul potenziamento della sicurezza nei quartieri italiani: “Noi abbiamo presentato un pacchetto sicurezza in questa legislatura, che avevamo già depositato alla Camera dei Deputati nella scorsa legislatura. Lo abbiamo presentato anche stavolta presso la Camera e il Senato, chiedendo maggiori dotazioni per le forze dell’ordine: l’abbandono dei territori si vede dalla mancanza di presidi delle forze dell’ordine in alcune zone. La semplice presenza – anche visiva – di una divisa o una macchina con il lampeggiante è deterrente verso certi traffici. Dove invece le forze dell’ordine non sono mai presenti, si percepisce la distanza dello Stato e i delinquenti prendono possesso del territorio per portare avanti i loro traffici”. Ha continuato: “A questo si aggiunge la cultura di gran parte della magistratura a derubricare una serie di reati, come avviene con quelli di scarso allarme sociale: questi per la loro diffusione e pervasività, sono quelli di maggiore allarme sociale e stanno toccando la popolazione più povera. Quella che vive questo tipo di quartieri e non può pagarsi una vigilanza privata, che non si può rifugiare nelle residenze dorate, quella che quando scende sotto casa trova fenomeni di spaccio, l’accattonaggio molesto, l’ubriachezza oppure furti in strada o negli appartamenti. Tutta una serie di questioni che si affrontano quotidianamente e s’incrementano in presenza d’accampamenti abusivi come i campi rom, che purtroppo sono dediti a questo tipo di attività e dentro cui non c’è legge che tenga”.
Paolo Rendina– dirigente romano di Fratelli d’Italia – ci ha dichiarato sulla questione nomadi nell’XI Municipio: “Il problema è profondo, poiché questo territorio già ospita il CIE di Ponte Galeria, diversi campi nomadi abusivi, il campo di Gandoniche è uno di quelli tollerati… che poi qualcuno un giorno ci spiegherà cosa s’intende con ‘tollerato’ da Veltroni in poi, rispetto a un campo normale. Oltre a tutti i campi abusivi che sorgono nell’area tra Marconi e Magliana, c’è il disastro ambientale per i rifiuti che questi signori portano all’interno delle loro baraccopoli: tutto questo crea un problema di sversamento di pergolato all’interno del Tevere”. Continua: “Quello che vediamo è un disegno sempre più ampio con questi tipi d’insediamenti abusivi e di degrado urbano, spostando tutto ciò dal centro della città alle periferie. Il Municipio XI non può tollerare una cosa del genere, non può diventare il centro d’accoglienza della città!Se noi abbiamo circa 200 mila abitanti e gli aggiungiamo tutti quelli che sono gli immigrati clandestini e tutto il resto, si crea un problema di sicurezza: lo dico perché lo certifica il Ministero dell’Interno di Salvini, in cui dice che il 37% dei reclusi sono immigrati clandestini. Mentre il 70% dei reati totali in Italia viene commesso da extracomunitari: questo è un problema, soprattutto in un territorio dove si vive il degrado totale per l’assenza della Giunta e della Sindaca. Aggiungere ulteriore degrado a questa situazione sta diventando un grosso problema, che va combattuto attraverso le migliori politiche sociali”.
Federico Rocca– dirigente nazionale di Fratelli d’Italia – si è soffermato sull’utilizzo della Croce Rossa Italiana in via Ramazzini: “Purtroppo è un brutto segnale, perché sembrerebbe ormai come questo centro sia stato eletto alla gestione delle emergenze di questa natura nella Capitale: così non può essere! 500 immigrati fino a pochi mesi fa e oggi i rom, presumibilmente domani nuovamente gli immigrati e poi di nuovo i rom: a 5 minuti da Trastevere e nel cuore di Monteverde, non è questa la struttura adatta per poter svolgere questo tipo di attività. Fermo restando che questi tipi d’interventi sui campi nomadi non servono praticamente a nulla, perché se li spostano in 80 dal Camping River qui e i restanti 270 chissà dove sono, evincono come il sindaco Raggi e il ministro Salvino sono partiti con il piede sbagliato. Si fa però sempre in tempo a ravvedersi, ecco perché noi li invitiamo a prendere atto che una gestione come questa non può essere ripetuta”.
Valerio Garipoli– capogruppo di Fratelli d’Italia in XI Municipio – si è espresso su quali difficoltà potrà trovare il quartiere con l’attuale situazione della CRI di via Ramazzini: “E’ assurda l’ulteriore calata dall’alto da parte delle istituzioni, del sindaco Raggi, dell’Assessore alle Politiche Sociali e il ministro Salvini. Un’altra volta il territorio delMunicipio XI e XII– nello specifico Portuense e Monteverde – deve avere queste ulteriori risorse: sono circa 39, nel 2017 avevamo 400 immigrati dall’Africa. Penso sia assurdo che si sgombri da una parte e si portino i nomadi da un’altra: non esistono cittadini di serie A o di serie B, il territorio merita di più e questo Municipio – insieme al Municipio XII – farà sentire la sua voce. Da subito i cittadini si sono allarmati anche grazie ai social network, mettendo su questo presidio di quasi 150 persone”.
Andrea Rapisarda