Ieri pomeriggio Ostia sembra essere stata catapultata indietro nel tempo, nello scontro (per fortuna alla fine solo dialettico) tra CasaPound e un gruppo di movimenti politici e sociali antifascisti.
Tutto è iniziato con l’organizzazione dell’evento pacifico “Corteo Fermiamo CasaPound” da parte di una serie di organizzazioni ed associazioni di stampo sociale appoggiate da Sinistra Italiana e i Giovani Democratici (giovanile del PD).
Il corteo, partito alle 15.30 dalla Stazione Lido Centro, era nato con il dichiarato intento di far chiudere le sedi di CasaPound sul territorio.
La miccia che avrebbe fatto esplodere la rabbia, hanno spiegato gli organizzatori in una nota, sarebbe stata l’aggressione ad un volontario dell’associazione “L’Alternativa Onlus” in pieno giorno da parte di 5 militanti del movimento di estrema destra a pochi passi dalle forze dell’ordine. A questa si aggiungerebbero le aggressioni al rappresentante degli studenti del liceo Labriola, agli studenti del liceo Democrito e Anco Marzio, agli attivisti del comitato per la riapertura del Teatro del Lido e ad un banchetto dei GD, oltre che intimidazioni varie.
Secondo loro Casapound ad Ostia mostra alla cittadinanza un volto pulito e solidale, fatto di raccolte alimentari e pulizia di parchi abbandonati, mascherando un violento squadrismo e la vicinanza con la delinquenza locale e gli interessi speculativi che devastano il territorio.
CasaPound è subito intervenuta per impedire l’iniziativa, sostenendo che fosse contro la loro fiaccolata (che organizzano da 8 anni nel X Municipio) ad Acilia per ricordare le vittime delle Foibe, dato che l’altro ieri è stato il Giorno della Memoria. La questura, tuttavia, non ha accolto le loro richieste.
“E’ una manifestazione organizzata dai centri sociali romani alleati con la Sinistra che istiga alla violenza, all’odio politico, che non si doveva tenere” ha gridato al megafono Luca Marsella, rappresentante di CasaPound ad Ostia, assieme ai militanti, scesi in strada intorno alle 16 a poca distanza dalla Stazione Lido Centro. Lì le forze dell’ordine erano intervenute per preservare la sicurezza del corteo antifascista e, secondo Marsella, per fermare loro.
A favore del partito, nella condanna della manifestazione, si sono schierati Fratelli d’Italia e NCS.
I Giovani Democratici, dal canto loro, avevano già precisato che il loro intento non era quello di creare un corteo contro il ricordo delle Foibe.
“Quella delle Foibe è una tragica ricorrenza che investe tutto il nostro paese, una tradizione che rispettiamo profondamente- avevano spiegato via social – È per questo che non accettiamo venga utilizzata ad uso e consumo di Casapound. Il corteo di domani è assolutamente indipendente dalla ricorrenza delle Foibe che è oggi. Domani scenderemo in piazza solo e soltanto per denunciare le aggressioni e le violenze di stampo fascista!”
I militanti di CasaPound, tuttavia, hanno provato a raggiungere la Stazione, ma sono stati fermati dalla Polizia. A quel punto sono tornati pacificamente indietro, anche se irritati.
“Quando la polizia in forze ci ha bloccato e non ci ha permesso di raggiungere il corteo antifascista– hanno poi scritto su Facebook- ci siamo trovati di fronte ad una scelta: forzare il blocco e spazzare via i centri sociali romani o svolgere la commemorazione per le vittime delle foibe. Abbiamo deciso di essere responsabili, pur ritenendo assurdo che le forze dell’ordine si siano schierate a difesa di una manifestazione che contestava una commemorazione sacrosanta sancita da una legge nazionale, e non abbiamo voluto creare disordini e cadere nella trappola di chi vuole lo scontro politico”.
“Oltre 250 persone hanno partecipato al corteo in ricordo dei martiri delle foibe ad Acilia mentre nemmeno un centinaio hanno sfilato ad Ostia nella contestazione alla nostra iniziativa” hanno poi dichiarato in una nota Luca Marsella e Carlotta Chiaraluce, responsabili di CasaPound nel X Municipio.
“Questa giornata -hanno proseguito- segna la sconfitta del Pd, dei centri sociali romani e di tutti quelli che soffiano sul fuoco dell’odio politico ed è l’ennesima dimostrazione che per fermare il nostro movimento non bastano le menzogne, gli attacchi personali e le provocazioni: se vogliono fermarci e non farci candidare alle elezioni devono farlo fisicamente”.
Si sono svolte così, quasi contemporaneamente, le due manifestazioni, senza disordini, tra le accuse parallele e gli insulti dei sostenitori di CasaPound. Le tensioni, però, appaiono ora più evidenti che mai e forse ci vorrà poco per farle esplodere. Il gruppo di estrema destra dice di non voler cadere nella trappola politica, che creerebbe loro solo problemi giudiziari.
Speriamo che lo scontro rimanga solo su un piano verbale.