Sembrano non veder fine i disagi all’interno dell’Ospedale Grassi di Ostia, che da diverso tempo finisce puntualmente protagonista di scandali e disagi sulle cronache dei giornali locali.
A segnalare l’ennesima situazione di disagio ci pensa la pagina Welcome To Favelas, pagina social satirica che pochi giorni fa ha tirato in ballo la struttura ospedaliera lidense.
Come ben mostra il profilo Instagram di Welcome To Favelas, nel fine settimana è stato individuato un gatto gironzolare libero per i locali ospedalieri. Nonostante il felino sia presente in questi locali da diversi anni (come testimoniato da numerosi pazienti), è indubbio come il felino abbia acceso delle riflessioni sui corretti parametri igienico sanitari presenti all’interno di questa struttura.
Per quanto il gatto risulti molto simpatico e soprattutto porti sollievo a numerosi pazienti della struttura (in particolar modo ai bambini che devono effettuare i prelievi), va considerato come la presenza di animali negli ospedali attualmente non sia regolata da nessuna legge nazionale e – in questo caso particolare – della Regione Lazio. Se la legge 281/1991 risulta troppo interpretabile sul rapporto “uomo-animale” e la possibilità che gli animali accompagnino i propri padroni durante il periodo di degenza in strutture ospedaliere, ancora manca un regolamento che delinei la possibilità di vedere gli animali in quelle che sono quantomeno le aree aperte al pubblico dei locali sanitari: una svista probabilmente della politica, che sicuramente su queste vicissitudini al giorno d’oggi trova la necessità di discuterne e rivedere le attuali leggi in merito.
Non solo comunque un vincolo giuridico sulla faccenda del “gatto del Grassi”, ma anche la condizione dello stesso felino. L’animale nonostante provenga da una colonia felina presente nel parcheggio dell’Ospedale lidense, attualmente passa la notte in strada: un dato che dovrebbe proibirne l’accesso ai locali sanitari, considerati gli scarsi parametri igienico-sanitari che potrebbe possedere e soprattutto calcolando come i locali di degenza dovrebbero essere sterili da infezioni o batteri.
Proprio su questa faccenda ha posto una riflessione il gruppo locale di Fratelli d’Italia, attraverso il capogruppo in Consiglio del Municipio di Roma Capitale Pietro Malara. L’esponente locale del partito ha voluto da subito chiarezza sulla faccenda, protocollando una lettere verso il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e sollevando la problematica anche all’Amministrazione locale del Municipio X: “Un nuovo disagio si abbatte sulla struttura ospedaliera lidense del G.B. Grassi di Ostia, dove la pagina satirica Welcome To Favelas ha ripreso la presenza di un gatto randagio all’interno dei locali ospedalieri. Una situazione surreale quella che si palesa, ancora più strana se calcoliamo come tale presenza nei locali di degenza s’intravede da diversi anni. Per quanto possa essere simpatico il gatto e magari portare un sorriso ai tanti pazienti dell’Ospedale di Ostia, rimane purtroppo un randagio: un felino al quale non è possibile accertare la buona salute o la giusta pulizia, favorendo così potenzialmente problemi di natura igienico-sanitaria come infezioni o l’infestazione di pidocchi e zecche in questi locali“.
Malara ha continuato nel suo breve comunicato sulla questione: “Attualmente il gatto proviene da una colonia felina presente all’interno dell’ospedale e situata nel suo parcheggio/cortile: per quanto bella l’idea di adottare dei gatti da parte di una determinata comunità, è indubbio come questo luogo sia inidoneo per garantire la corretta qualità igienico-sanitaria verso i degenti della struttura. Proprio in virtù di ciò ho scritto un documento al Presidente Zingaretti, dove richiedo l’immediato spostamento attraverso gli Enti competenti della colonia felina in altri siti dove i gatti possano vivere nella totale tranquillità e senza il rischio di poter trasmettere eventuali malattie a pazienti ospedalieri: serve lavorare affinché Ostia e il suo Ospedale non diventino più protagonisti delle cronache locali e nazionali per casi di scandalo o disagi“