Ostia rischia di perdere una seconda volta i servizi sanitari dell’Ospedale Grassi, che da venerdì scorso è diventato punto di assistenza per i casi di Covid-19 registrati nei diversi cittadini del Bangladesh presenti a Roma.
Una situazione che non è confermata, ma ipotizzabile se considerati i precedenti di riferimento a poche settimane fa con le iniziative in materia di contenimento dei contagi per il Coronavirus all’interno del nasocomio lidense. Già all’inizio di giugno 2020 l’Ospedale Grassi aveva vissuto un pesante ingessamento del proprio servizio sanitario, con le rigidissime misure anti-Covid 19 che avevano bloccato le attività dei vari reparti ospedalieri. Una situazione che aveva portato a raffigurare un Ospedale Grassi attivo solo sul fronte del Pronto Soccorso con la visione delle urgenze, in un’attività che ugualmente nel mese scorso ha alimentato polemiche per le lunghe file al sole effettuate dai pazienti soprattutto anziani.
Un discorso che potrebbe riaprirsi in questa metà di luglio, considerato come da venerdì scorso numerose autoambulanze del 118 stanno trasportando pazienti del Bangladesh con il Covid-19 presso la struttura sanitaria lidense, così da effettuargli tutti i controlli di cui necessitano queste persone e soprattutto salvargli la vita da una malattia che ancora è poco conosciuta da scienziati e virologi.
Una questione che ha attirato l’attenzione del gruppo di Fratelli d’Italia, che ha definito Ostia come “nuovo quartiere lazzaretto” per queste persone affette dalla mortale polmonite cinese. A prendere parola sulla faccenda è il consigliere regionale Giancarlo Righini e Federico Rocca (responsabile romano Enti Locali FDI), che a riguardo dichiarano: “Il territorio del X Municipio tornerà probabilmente a essere nuovamente precluso dai servizi dell’Ospedale Grassi, che da diversi giorni è diventato punto d’assistenza e ricovero per i pazienti del Bangladesh affetti da Covid-19. Una situazione che sta andando avanti da Venerdì 10 Luglio, con numerose ambulanze del 118 che trasferiscono queste persone asiatiche verso il nasocomio lidense per prestargli le cure necessarie a guarire e salvargli la vita. Una condizione che però tornerà a immobilizzare il servizio sanitario lidense, che vedrà nuovamente bloccati – a distanza di poche settimane – i vari reparti ospedalieri dell’Ospedale Grassi. Nel concreto si tornerà a offrire alla cittadinanza lidense solamente i servizi di Pronto Soccorso, senza però magari svolgere le visite specialistiche come possono essere quelle cardiologiche o d’interventi oftalmici come la cataratta: due atti sanitari che fanno d’esempio a questa situazione e di prassi sul territorio, in quanto richiesti con grande frequenza dai cittadini del X Municipio. Va anche ribadita l’importanza dell’Ospedale Grassi nel quadrante geografico di Roma Sud, considerato come sostiene un importantissimo servizio sanitario sul X Municipio con quasi 400mila abitanti. Va infatti ricordato come al plesso sanitario lidense si appoggia anche il Comune di Fiumicino con quasi 90mila abitanti, lo stesso fa da riferimento ai quartieri di Pomezia come Torvajanica, Campo Ascolano e Villaggio Azzurro, oltre a una notevole influenza anche su alcuni territori del IX e XI Municipio di Roma Capitale“.
Righini e Rocca concludono: “Ci batteremo in Regione Lazio per evitare che la gestione della Sanità Pubblica del governatore Nicola Zingaretti azzeri e smantelli questa importantissima struttura di riferimento all’area del Litorale Romano, soprattutto in un periodo estivo dove questo territorio viene vissuto anche dai turisti che vengono a passare qualche giorno sulle nostre spiagge romane”.