Non solo il virus quello ‘classico’ che ha stravolto la quotidianità di tutti e che ci ha fatto piombare in un incubo. Da quando si parla di Covid, inevitabilmente, abbiamo dovuto fare i conti con tutte le sue varianti, dalla Delta alla più recente Omicron 2. Per non parlare, poi, di quella ricombinante Xe, scoperta per la prima volta a gennaio scorso nel Regno Unito. E il dibattito, che sia in televisione o sulle pagine dei giornali, corre veloce perché gli esperti hanno tutti diversi punti di vista, ma molti sono concordi su una cosa: l’unico modo per continuare a proteggerci è indossare la mascherina, soprattutto nei luoghi al chiuso. Ne è convinta, tra i tanti, l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza.
Come difendersi dalla variante Omicron 2
Il prossimo 30 aprile, come è ormai noto, dovrebbe cadere l’obbligo di indossare la mascherina al chiuso. Eppure, se da una parte il Governo ha deciso di allentare le misure e di pianificare una roap map per le riaperture, dall’altra ora sembra sia intenzionato a seguire la ‘strada’ della prudenza perché i contagi in Italia ci sono, il virus non si può dire sconfitto. E, forse, è ancora troppo presto per eliminare i dispositivi di protezione al chiuso, in quei luoghi a rischio assembramento, perché si teme si possano fare ‘passi indietro’.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’immunologa Antonella Viola ha sostenuto l’importanza delle mascherine Ffp2 e ha definito ‘errore’ abolire l’obbligo. “Al chiuso – ha spiegato – bisogna proteggersi, la Ffp2 è efficace anche contro Omicron. Vediamo comparire varianti sempre più contagiose e anche i vaccinati rischiano di infettarsi. La circolazione è sostenuta ed è dimostrato pure dalla comparsa dei ceppi ricombinanti che hanno origine nelle persone contagiate da due virus differenti”.
E ha proseguito: “Vale la pena fare un piccolo sacrificio, coprendo naso e bocca quando si entra in luoghi chiusi. Ammalarsi di Covid-19, anche per i vaccinati con tre dosi, non è un’esperienza indolore. Se ne può uscire con conseguenze spiacevoli. Una lenta ripresa, stanchezza, fatica a riprendere gusto e olfatto, effetti su cuore, sistema nervoso e metabolismo. Oltretutto c’è la possibilità di reinfettarsi con Omicron dopo aver contratto la variante che l’ha preceduta, Delta”.
I sintomi di Omicron
Ma quali sono i sintomi di Omicron 2? Tra i campanelli d’allarme ci sarebbero: mancanza di gusto e olfatto, problemi gastrointestinali e vertigini.
“Nelle ultime settimane stiamo riscontrando caratteristiche un po’ diverse da quelle delle ondate precedenti – ha spiegato Silvestro Scotti, il segretario nazionale della Federazione Nazionale dei medici di famiglia – La febbre è sempre presente, ma negli ultimi casi osservati è più alta e dura almeno un paio di giorni. Sembra che alcuni sintomi abbiano guadagnato d’intensità, come quelli gastrointestinali e il mal di testa”.
Varianti, sotto-varianti, nuovi sintomi e il virus che continua a correre. La normalità sembra ancora troppo lontana, tra dibattiti e punti di vista diversi. Certi, però, che il vaccino continua a essere l’unica arma a disposizione. Così come fondamentale potrebbe restare la mascherina obbligatoria al chiuso.