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Omicidio Vannini: il pg chiede 14 anni di condanna per i Ciontoli

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Il sostituto procuratore generale di Roma, nel processo d’appello bis per la morte del giovane Marco Vannini, ha chiesto di condannare la famiglia Ciontoli a 14 anni di carcere per omicidio volontario. 

In subordine il pg ha chiesto per i figli di Ciontoli, Federico e Martina, e per la moglie Maria Pizzillo, di valutare l’ipotesi di concorso anomalo in omicidio (ai sensi dell’articolo 116 del codice penale) e di condannarli a 9 anni e 4 mesi.

Ricordiamo che per l’omicidio di Marco Vannini il 29 gennaio dello scorso anno i giudici della corte d’Assise d’Appello di Roma avevano condannato Antonio Ciontoli, il padre di Martina, a 5 anni di reclusione con l’accusa di omicidio colposo. 5 anni contro i 14 che gli erano stati inflitti in primo grado per omicidio volontario. Erano state, invece, confermate a tre anni le condanne per Martina e Federico e per la moglie Maria Pezzillo.

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Il 9 settembre scorso è ricominciato il processo Vannini. In aula – come unica teste ammessa – Viola Giorgini, la ragazza di Federico Ciontoli presente quella tragica sera quando Marco ha perso la vita. La versione di Viola Giorgini – scagionata reati a lei ascritti sia in primo che in secondo grado – non ha convinto il giudice che le ha ricordato l’obbligo di dire la verità, altrimenti rischia di essere accusata di falsa testimonianza. Viola Giorgini, in quell’occasione,  ha dichiarato che tutti avevano cercato quella tragica sera di convincere Antonio Ciontoli a chiamare i soccorsi. Inizialmente – come sostiene la testimone – avevano creduto che Marco avesse avuto un attacco di panico. Ha anche dichiarato che ha saputo dello sparo solo una volta giunta al pit di Ladispoli. 

 

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