L’omicidio di Carlo Falvella risale al 7 luglio 1972, quando il giovane studente di filosofia all’Università degli Studi di Salerno, fu aggredito e ucciso mentre passeggiava sul lungomare con un altro camerata, rimasto a sua volta ferito.
Vicepresidente del Fronte universitario d’azione nazionale di Salerno, Falvella era molto impegnato, nonostante avesse seri problemi di vista che nel giro di qualche anno lo avrebbero portato alla cecità totale.
L’omicidio di Carlo Falvella
Salerno 1972: Carlo Falvella è un giovane e brillante studente della facoltà di Filosofia dell’Università di Salerno. Di padre liberal-tradizionalista e mamma missina convinta, Carlo ha una grande passione per la politica. L’anno prima ha aderito al Fronte universitario d’azione nazionale, diventando poi il vicepresidente della sezione di Salerno. La facoltà di filosofia l’ha scelta anche perché è affetto da una grave patologia visiva, che nel giro di qualche anno lo renderà completamente cieco.
“Ho scelto Filosofia, perché potrei comunque continuare a insegnarla anche senza dover scrivere. Ma devo far presto a laurearmi. Devo assolutamente riuscirci prima di diventare cieco” è lui stesso a raccontarlo, poco prima di essere ucciso. È il 7 luglio del 1972 quando il giovane studente campano viene aggredito e ucciso mentre sta passeggiando sul lungomare Trieste di Salerno insieme a un altro camerata, Giovanni Alfinito, rimasto a sua volta ferito.
Sono le 19.30, quando insieme all’amico Giovanni, Carlo ha un primo diverbio con Giovanni Marini – un giovane poeta anarchico – e l’amico di questi, Gennaro Scariati, della stessa matrice politica di Marini. Scariati racconterà di aver evitato che la situazione degenerasse, portando via l’amico.
Alle 21.30, stessi protagonisti, stesso contesto, si apre una nuova discussione. A Marini e Scariati si è aggiunto anche Francesco Mastrogiovanni. Nel frattempo Marini è tornato a casa e si è armato di coltello. Mentre Alfinito e Falvella percorrono via Velia, per rincasare, incrociano il gruppo dei tre anarchici. Mastrogiovanni si dirige verso di loro, parte un’altra discussione. A quel punto arriva Marini, armato di coltello, che prova a colpire Alfinito al basso ventre. Poi colpisce Falvella, che riesce a scansare i primi colpi.
Dopodiché finisce a terra. I tre anarchici si danno alla fuga e si rendono irreperibili. La sera stessa Marini si costituisce ai carabinieri e riferisce quanto accaduto poco prima sul lungomare. Giovanni Alfinito, pur ferito, riesce a far fermare una vettura e a far portare Carlo Falvella in ospedale. Il giovane muore durante un intervento chirurgico d’urgenza.
Dal 2014 è attivo un comitato, intestato a Carlo Falvella, che si occupa di organizzare iniziative in vista dell’anniversario della sua morte.
La campagna innocentista di Soccorso Rosso e la condanna di Marini
Poco dopo l’omicidio e la confessione di Marini, Soccorso Rosso Militante – nata negli anni di piombo per fornire aiuto agli operai nelle lotte di fabbrica e ai militanti colpiti dalla repressione, poi per fornire assistenza economica e legale ai militanti della sinistra extraparlamentare nelle carceri italiane – organizza una campagna che ha come obiettivo quello di dimostrare l’innocenza di Carlo Marini.
Nella ricostruzione dei fatti di Soccorso Rosso, Falvella e Alfinito, oltre ad essere accompagnati da un’altra decina di fascisti, sarebbero stati anche armati di coltello.
Nel 1975 Marini viene condannato a dodici anni per omicidio preterintenzionale aggravato e concorso in rissa. Nel processo di secondo grado, la condanna venne ridotta a nove anni, sette dei quali effettivamente scontati. Alfinito, Mastrogiovanni e Scariati vengono invece assolti dalle accuse.
IMMAGINE IN EVIDENZA CREDITS PAGINA FB “CARLO FALVELLA- un giovane del FUAN”