Obbligo vaccinale in Italia? Un’ipotesi improbabile. Almeno secondo quanto indicato oggi dal ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta in un’intervista rilasciata al Corriere della sera. Il titolare del dicastero ha specificato che l’obbligo vaccinale sarebbe una misura eccessivamente restrittiva. Anche perché nel nostro Paese c’è già il Green Pass. Per questo motivo il Governo, invece di prevedere l’obbligatorietà del vaccino, sta pensando a introdurre un Super Green pass per limitare l’aumento dei contagi.
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Il vaccino è obbligatorio per medici e personale delle Rsa, ma per queste categorie la terza dose non è ancora diventata obbligatoria. Anche su questo punto l’esecutivo dovrebbe intervenire, per far sì che anche i richiami siano necessari per poter esercitare la professione. personale delle Rsa, a contatto con persone fragili. Un provvedimento potrebbe arrivare già la prossima settimana.
Tra le altre misure allo studio ce ne è una che riguarda i tamponi, che potrebbero non bastare più per ottenere il Green pass. Un’altra ipotesi, sui cui spinge il consulente del ministro Speranza Walter Ricciardi, è l’esclusione del test rapido antigenico dal certificato verde, lasciando solo la possibilità di sottoporsi a un molecolare. Un’altra idea sul tavolo è quella di mantenere il tampone rapido, ma ridurne la validità da 48 a 24 ore.
“L’obbligo vaccinale non è mai stato escluso dal governo, è sempre stato nell’orizzonte delle possibilità. C’è già per alcune di categorie di lavoratori e se si decidesse di introdurlo andrebbe anzitutto a toccare quelle categorie di lavoratori che sono più a contatto con il pubblico. Poi la decisione spetta al decisore politico sulla base dei dati scientifici”, ha spiegato Sandra Zampa, consulente del ministro Speranza e responsabile Salute del Pd, già sottosegretaria nel governo Conte 2, intervenuta questa sera a Otto e mezzo su La7.
Se si parla di categorie a contatto con il pubblico ci si riferisce prima di tutto al mondo della scuola, alle forze dell’ordine, ai dipendenti della Pubblica amministrazione, come conferma anche il coordinatore del Cts Franco Locatelli: “Si possono considerare forme di obbligo vaccinale per alcune categorie professionali, in particolare chi assiste o è a contatto con il pubblico, ad esempio forze ordine, dipendenti della pubblica amministrazione e insegnanti, pur essendo queste categorie connotate da un’alta percentuale di vaccinazione”.
“Il primo passaggio che farà il governo sarà ascoltare i governatori – ha aggiunto Zampa – Il Green pass può prevedere che la durata del tampone sia ridotta, oppure accorciare la durata dello stesso Green pass. Ma dobbiamo correre con la terza dose, attivandoci come per la campagna vaccinale, con particolare attenzione alle persone con più di 70 anni e rinnovando l’obbligo per i medici e i sanitari”
“L’ Austria è la prima in Europa che introdurrà il vaccino obbligatorio. Anche in Italia, nonostante la situazione migliore, sono convinta che per proteggere dal virus sia necessario l’obbligo. Lo penso da mesi, l’ho scritto a settembre su Il Messaggero. E oggi è venuto il momento di agire”, ha scritto su Twitter la deputata Pd ed ex ministra Paola De Micheli.
Dell’urgenza di introdurre un obbligo vaccinale per coloro che lavorano nel pubblico ha parlato oggi anche Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani di Roma: “Bisogna ampliare la fascia dell’obbligo vaccinale a tutte le persone che hanno rapporti con il pubblico, a partire dal personale sanitario, le forze dell’ordine, il personale scolastico docente e non docente, i dipendenti della grande distribuzione. Bisogna con coraggio andare avanti e allargare l’obbligo vaccinale a queste categorie”.
Secondo Locatelli comunque quella di introdurre l’obbligo del vaccino per tutti è “un’opzione estrema”.