Lo spettro di un nuovo impianto di rifiuti si affaccia su Pomezia. E purtroppo non è nemmeno più una novità. Stavolta a tenere banco è la proposta avanzata dalla Intereco Servizi Srl per una nuova struttura da realizzare in Via Trieste, una traversa di Via Naro.
A muoversi è intanto l’opposizione, seppur in parte, che chiede ora all’amministrazione a guida Movimento 5 Stelle un consiglio comunale urgente per discutere del tema. A firmare la richiesta sono stati il gruppo consiliare Essere Pomezia,il PD con Schiumarini, Stefano Mengozzi (Pomezia Domani) e Stazi (Forza Italia), Pagliuso Saverio e Mario Pinna (Lega).
Nuovo impianto di rifiuti a Pomezia: di cosa parliamo
La documentazione di questo nuovo impianto di rifiuti a Pomezia è pubblica e si può trovare sul sito della Regione Lazio (in fondo alla pagina occorre selezionare “Comune di Pomezia”) .
La struttura, che ha già ricevuto nel 2017 l’Autorizzazione Unica Ambientale dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, dovrebbe sorgere in Via Trieste al civico 12. Parliamo della zona di Via Naro dove sorgono industrie, attività commerciali, abitazioni e perfino un asilo nido.
La Regione Lazio ha richiesto tuttavia che il progetto venga sottoposto alla procedura di Via a causa di alcune criticità riscontrate, come ad esempio «la presenza a distanza di 100 m dal perimetro dell’impianto della Riserva Naturale Regionale di Decima Malafede»; l’impianto, ad ogni modo, prevede di gestire rifiuti classificati come “non pericolosi” tra cui carta, cartone, vetro, e metalli vari (ma non solo) per un quantitativo annuo che potrebbe superare le 250 mila tonnellate tra stoccate e riciclate.
Nuovo impianto di rifiuti a Pomezia: le specifiche tecniche. Potenziale da 254mila t/a
Queste le specifiche riportate sul bollettino ufficiale della Regione Lazio del 06/12/2018: «[…] la potenzialità complessiva dell’impianto dichiarata è di 206.148,00 t/a per la messa in riserva, mentre è di 48.000 t/a per riciclo e recupero, con riferimento a 8 ore di lavoro giornaliero, 300 giorni/annui».
L’impianto è stato quindi autorizzato alla «messa in riserva di rifiuti inerti per la produzione di materie prime secondarie» al «- riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)» e al «riciclo/recupero dei metalli o dei composti metallici con fasi di vagliatura, selezione manuale e meccanica, separazione delle frazioni metalliche ed altre
frazioni non desiderate per l’ottenimento di MPS di vetro e legno o balle di carta e plastica idoneamente selezionati e conformi a quanto previsto dalla normativa».
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