Nuovo Green Pass. Il certificato verde solo per vaccinati e guariti — escludendo quindi il tampone — non è l’unico strumento che il governo intende utilizzare per fermare la quarta ondata di Covid-19. Appena l’Ema darà il via libera, la terza dose si potrà fare dopo cinque mesi. Per provare a convincere anche i più restii Palazzo Chigi ha messo a punto una campagna di comunicazione con volti noti, da Alberto Angela, a Giacomo Poretti.
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È molto probabile che si decida di accelerare la dose booster, facendo partire i richiami a 5 mesi dalla seconda puntura . E se tanti italiani hanno paura, il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, esclude «effetti negativi».
Nel decreto sarà ridotta la validità del green pass , che passerà da un anno a 9 mesi. C’è chi vorrebbe portarlo addirittura a 6 mesi, ma si attende il parere del Cts. La norma che si vuole inserire nel decreto impedisce a chi non è vaccinato di andare al ristorante, al cinema, a teatro, negli stadi, in discoteca, o in palestra. La lista completa sarà stilata durante il confronto con i governatori, tenendo conto che alcuni vorrebbero impedire a chi non è vaccinato anche di poter accedere agli impianti sciistici.
L’obiettivo è evidente: lasciare le Regioni in bianco per tenere aperte le attività commerciali e i luoghi della socialità durante le festività natalizie. Per adesso, a parte i sanitari, il governo non sembra intenzionato a imporre limitazioni ai lavoratori. Chi non è vaccinato o non è guarito dal Covid, dovrà continuare a seguire le attuali regole e dunque per entrare in ufficio, in azienda o negli altri luoghi di lavoro, dovrà presentare un tampone antigenico o molecolare negativo.
La validità dei tamponi è uno dei temi che più interrogano Draghi e i ministri. Chi spinge per il rigore spera che il premier decida di togliere sia l’antigenico che il molecolare dalle modalità per ottenere il green pass. Ma c’è anche chi chiede di conservare i tamponi limitandone la durata: 48 ore per il molecolare e 24 per il rapido.