Il neo Governo Draghi una decisione l’ha già presa: è stato infatti prorogato al 27 marzo il divieto di spostamento tra Regioni e Province Autonome, se non come sempre per motivi dettati da esigenze di lavoro, salute o necessità. Ma c’è anche una novità nel Decreto Legge: nelle zone rosse non ci si può spostare verso abitazioni private diverse dalla propria (come invece accade nelle fasce gialle e in quelle arancioni). A preoccupare gli esperti (e non solo) la circolazione del virus e delle sue varianti ed è per questo che, molto probabilmente, si è pensato bene di seguire la linea della prudenza. Ma cosa succederà dopo il 5 marzo, data che sancisce la fine dell’ultimo Dpcm entrato in vigore il 16 gennaio scorso? Cosa deciderà di fare il nuovo esecutivo? Il Presidente del Consiglio Mario Draghi nella serata di ieri ha convocato una riunione con i Ministri, proprio per discutere delle misure anti-Covid. In virtù di quello che è accaduto con gli impianti sciistici chiusi all’improvviso, a 48 ore dalla ripartenza, Draghi sembrerebbe voler lavorare d’anticipo e pianificare ogni punto. Non fare, quindi, gli errori del passato.
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Varianti e preoccupazione degli esperti
Da una parte gli esperti che chiedono massima cautela e che hanno avanzato anche proposte di lockdown totale – per un periodo circoscritto – così da arginare la diffusione del virus, dall’altra categorie e attività sul lastrico, chiuse da troppo tempo e alle prese con una dura crisi economica. Per gli scienziati, l’ipotesi più probabile – come spiega Il Corriere della Sera – è quella di slittare la decisione sulle riaperture di palestre, cinema, teatri (tutte quelle attività chiuse da mesi) a fine marzo, se non addirittura alla seconda settimana di aprile, dopo Pasqua.
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Nuovo Dpcm Draghi: cosa cambia per palestre e piscine
Per il momento non c’è nessuna ufficialità e le attività chiuse da tempo (come palestre, piscine, cinema e teatri) dovranno ancora aspettare per capire quale sarà il loro futuro. Se sarà possibile ritornare alla normalità, pur rispettando tutte le misure di sicurezza. Intanto, le regole messe a punto dagli esperti del Cts per ritornare ad allenarsi in sala pesi o a nuotare in vasca ci sono. Il Ministero dello Sport aveva chiesto al Cts un parere sulla ripartenza di palestre e piscine, ma a quanto pare la proposta è stata bocciata. Per gli scienziati le palestre, le piscine, i centri sportivi potranno accogliere nuovamente i clienti solo quando il numero dei contagi sarà di 50 persone per 100.000 abitanti. Molto probabilmente però, in settimana verranno rivisti i parametri e gli indicatori per permettere un allenamento in sicurezza con ingressi scaglionati, non appena verrà dato il via libera.
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Nuovo Dpcm, cosa cambia per bar e ristoranti
Con il nuovo Dpcm Draghi cambierà qualcosa per bar e ristoranti? E’ quello che si chiedono in tanti. Per ora, spiega Il Corriere della Sera, non sembra esserci la possibilità della riapertura di queste attività dopo le 18 nelle Regioni/Province Autonome in zona gialla. Ma anche qui ogni spiraglio resta aperto perché potrebbero esserci dei cambiamenti e delle valutazioni, nonostante la linea scelta resti quella della prudenza.
Nuovo Dpcm, riaprono cinema e teatri?
Palestre, centri sportivi, piscine. Ma anche cinema, teatri, lavoratori del mondo dello spettacolo: tutte attività e categorie ferme da mesi. Oggi il ministro della Cultura Dario Franceschini incontrerà gli esperti del Cts e, molto probabilmente, proporrà la riapertura di cinema e teatri (in sicurezza) e l’ingresso nei musei e nei parchi archeologici anche nel weekend. Ottenere una risposta positiva non sarà facile, ma intanto le associazioni dei lavoratori dello spettacolo hanno messo a punto un protocollo severo per una ripresa in sicurezza. Mascherina FFp2 obbligatoria, biglietti nominativi da prenotare online, sanificazione delle sale e nessun pagamento alle casse. Basteranno? Il Cts darà il via libera?
Nuovo Dpcm: zona arancione scuro, che significa
Oltre alle zone rosse ormai conosciute, è stato da poco istituito anche un altro “colore”: l’arancione scuro/arancione rafforzato. Ma cosa significa? Si tratta di una zona rossa “meno restrittiva”: in questi territori – come in molti Comuni della Lombardia e dell’Emilia Romagna – bar e ristoranti non possono aprire al pubblico, non si può uscire dal proprio Comune di residenza e tutte le scuole restano chiuse.