No Fly Zone Ucraina: cosa accadrà? Non ci sarà, da parte della Nato, alcuna No Fly Zone. Le conseguenze spaventano troppo: la minaccia di un nuovo conflitto mondiale ha portato l’Alleanza a dire “no”. Nonostante il segretario generale Stoltenberg abbia affermato che il Patto Atlantico “è al fianco dell’Ucraina” si è optato, però, per non scendere in campo. Perciò la Nato “non manderà il suo esercito e non manderà aerei nello spazio dell’Ucraina”. Istituire una No Fly Zone porterebbe i Paesi della Nato a dichiarare “ufficialmente” guerra alla Russia e ciò, a sua volta, potrebbe portare all’innesco di eventi che causerebbero la tanto temuta terza guerra mondiale. Ma cos’è la No Fly Zone? Vediamolo insieme.
La richiesta dell’Ucraina
“Combatteremo fino all’ultimo respiro , ma dovete aiutarci”, questo l’appello disperato di Andriy Yermak, il più stretto collaboratore del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al New York Times. Al Paese, purtroppo, non bastano armi anti-carri armati e munizioni: avrebbe bisogno anche di un No Fly Zone sui suoi cieli. Questo fattore, unito alla richiesta di aumentare i costi delle spese non militari per la Russia, secondo Yermak sarebbero l’unico modo per fermare la Russia.
La risposta della Nato
Ma la Nato ha risposto di “no”. L’invasione fatta dalla Russia è condannata dai Paesi facenti parte del Patto Atlantico, ma non si vuole rischiare con la No Fly Zone. Questa scelta porterebbe al dispiegamento delle proprie forze e ciò potrebbe portare alla terza guerra mondiale. Ma cos’è la No Fly Zone? Si tratta di uno spazio aereo controllato a livello militare e il cui traffico è vietato a tutti i velivoli non autorizzati. E se qualcuno non autorizzato (in pratica: la Russia) volasse? La risposta dovrebbe essere armata, con l’abbattimento e ciò avrebbe conseguenze molto gravi.
No Fly Zone: cosa comporta?
Se dichiarasse la No Fly Zone la Nato dovrebbe mandare la sua aeronautica in Ucraina, un Paese che, ricordiamo, non fa parte dell’Alleanza. L’attivazione in ambito militare, teoricamente, potrebbe avvenire solo se a esser minacciato o attaccato fosse uno dei Paesi che già ne fanno parte. Un conflitto, oggi, significherebbe “la terza guerra mondiale e se dovesse scoppiare, sarebbe nucleare e devastante”, così ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.