Anche la città di Pomezia risponde all’appello di «Non una di meno», il movimento femminista che ha avviato la mobilitazione nazionale contro il Disegno di Legge 735, meglio conosciuto come Ddl Pillon. Il provvedimento intende riformare il diritto di famiglia e in particolare l’affidamento dei figli e il loro mantenimento in caso di separazione dei genitori, e al momento è all’esame della commissione giustizia del senato.
Il consigliere comunale di Pomezia, Stefano Mengozzi, ha presentato una mozione per far prendere posizione al consiglio comunale contro il provvedimento di legge. Da questo testo (che ancora deve essere discusso in aula) è nata l’idea di un’assemblea pubblica che si terrà giovedì 28 marzo (ore 18) presso la libreria Odradek (via Roma 38). Parteciperanno le associazioni di donne del territorio, la segretaria Cgil Pomezia-Castelli Silvia Ioli, la consigliera regionale Marta Bonafoni e la senatrice Valeria Valente, presidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio.
Il ddl è stato molto criticato dai collettivi femministi, dagli operatori sociali, dalle attiviste dei centri antiviolenza e dalle organizzazioni che si occupano di violenza contro le donne, ma anche dalle associazioni per la tutela dei minori. Se il Disegno di Legge sarà approvato, secondo Non una di meno, sarà più difficile e costoso separarsi e bisognerà organizzare le proprie vite e la cura di figli e figlie secondo un contratto di diritto privato sottoscritto a seguito della mediazione familiare obbligatoria a pagamento.
La “bigenitorialità”, così come intesa nella proposta di legge, non favorirà una condivisione della cura in base alle possibilità e ai desideri di entrambi i genitori, ma imporrà una rigida spartizione del tempo da passare con figli e figlie, che dovranno sottostare al “piano genitoriale” redatto dal “mediatore familiare”.