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‘Ndrangheta a Roma, sequestro da tre milioni di euro: negozi, alberghi, ristoranti, sigilli anche ai Castelli (VIDEO)

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Importante operazione in corso da parte del personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Roma che sta eseguendo un decreto di sequestro di beni ai fini di confisca nei confronti di due soggetti. Si tratta di due nomi inseriti in pericolosissimi contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista operante nel mandamento tirrenico, facenti capo alla famiglia Piromalli di Gioia Tauro. Ma ecco i particolari.

Operazione contro la ‘ndrangheta a Roma

La prima persona colpita dal provvedimento è C. A., di 61 anni, esponente della cosca calabrese Mammoliti di Castellace di Oppido Mamertina mentre la seconda è un pregiudicato romano F. G., classe 1942. Le indagini patrimoniali sono state avviate dagli specialisti della Divisione Anticrimine. L’obiettivo è stato quello di ricostruire la “carriera criminale” dei due analizzando anche le posizioni economico-patrimoniali degli interessati unitamente a quelle dei rispettivi nuclei familiari.

Si tratta di un’operazione che viene condotta spesso dalle forze dell’ordine in questi contesti perché permette di “aggredire” patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata. In questo caso è stata evidenziata una rilevante sproporzione tra i beni posseduti, direttamente o per interposti fittizi, e i redditi dichiarati anche in relazione all’attività economica svolta, tale da far ritenere che siano il frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.

Sequestro da tre milioni di euro a Roma

Circa tre milioni di euro l’ammontare dei beni sottoposti a sequestro. Dentro c’è un po’ di tutto: da un complesso immobiliare, situato a Roma, costituito da locali commerciali di estesa superficie e a un altro destinato ad albergo–ristorante ai Castelli, precisamente ai Castelli. Non solo. Sono stati individuai inoltre altri immobili in Calabria, una polizza assicurativa del valore di € 150.000, oltre a numerosi rapporti creditizi, di cui uno intestato ad un società di capitali operante nel settore dell’energia elettrica, con sede sempre a Roma. Le disponibilità finanziarie sono tutt’ora in corso di accertamento.

Chi sono i soggetti colpiti dalle indagini della Polizia

Per quanto riguarda C. A. si parla di reati di bancarotta fraudolenta e l’impiego di capitali illeciti in attività economiche, gestite con modalità illecite, al fine di massimizzarne i profitti, nonché quelli di seriali intestazioni fittizie di beni con finalità elusive e agevolative.

La necessità di reinvestire i notevoli flussi finanziari illecitamente acquisiti ha spinto l’uomo a trasferire a Roma e provincia il centro dei suoi interessi, con particolare riferimento al settore alberghiero e della ristorazione. Un piano d’azione che ricorda molto un’altra operazione portata a termine in queste ore circa le mosse della Camorra per riciclare denaro ‘sporco’ sfruttando i settori più disparati compreso quello della cinematografia.

In relazione al romano F. G. invece si ha a che fare con un noto usuraio e collettore dei proventi della criminalità mafiosa per fini di riciclaggio. Anche in questo caso la Questura evidenzia l’elevato spessore criminale dello stesso, accostato, fin dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso, a personaggi come i defunti Sbarra Danilo e Merluzzi Luciano, con  quest’ultimo commercialista del cassiere di “Cosa Nostra”, Pippo CALO’ e appartenenti alla “Banda della Magliana” e alla “Camorra”.

La ‘ndrangheta a Roma

La caratura criminale dei proposti e il potere di alterare il mercato economico, consente di sostenere che i “pezzi di ‘ndrangheta” presenti nella capitale e nei comuni limitrofi sono sempre più “visibili”, capaci inoltre di replicare pienamente la propria struttura criminale nel territorio dove si sono stabilizzati. 

In tale ottica i sequestri, finalizzati alla confisca di prevenzione, costituiscono una straordinaria azione di contrasto alla criminalità organizzata e un importante strumento attraverso il quale le ricchezze accumulate vengono sottratte al circuito criminale per essere restituite alla collettività in un percorso di legalità.

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