L’avventura dell’allenatore portoghese Paulo Fonseca è in via di conclusione. La stagione 2020/2021 ha fatto registrare troppi bassi e pochi alti nel cammino giallorosso, e ciò ha fatto propendere la società per il termine della collaborazione con l’allenatore ex Shakhtar e Braga. Il nome che siederà sulla panchina giallorossa è quello di Josè Mourinho, personaggio vincente, scomodo e mediatico. La scelta di un altro portoghese alla guida della Roma può essere considerata un’operazione di marketing per riportare tifosi a seguire il club, ma come nel caso di Ibra con il Milan potrebbe anche portare una mentalità vincente a Trigoria, cosa che manca da troppo tempo.
Ultimo scudetto giallorosso 2000-2001: 20 anni sono troppi
La Roma è una delle squadre più presenti nella Serie A italiana. Sono infatti 87 le partecipazioni dei giallorossi al massimo campionato italiano, dato che la inserisce al secondo posto nella classifica perpetua seconda solo all’Inter che ha invece 88 partecipazioni. Ma a fronte di questa presenza così forte in Serie A, sono state davvero poche le gioie e le vittorie per i capitolini giallorossi, che possono vantare in bacheca “solo” tre scudetti e nove coppe Italia. Se invece guardiamo ai successi europei, il bottino è ancora più scarno, con una Coppa delle Fiere vinta nel 1960-1961 e un torneo Anglo-italiano nel 1972. Poco, troppo poco se si considera che la Roma è uno dei club più conosciuti e seguiti in Italia e all’estero. L’ultimo scudetto giallorosso risale alla stagione 2000-2001, quando Fabio Capello guidò una squadra impreziosita da campioni come Totti, Batistuta, Emerson e Aldair alla vittoria del campionato. La scelta di Josè Mourinho è molto probabilmente in quest’ottica: dare una mentalità vincente a una rosa che vale comunque tanto.
Ci sarà l’effetto Mourinho? Occasione di riscatto per l’allenatore e per il club
Le ultime stagioni dell’autoproclamato “Special One” non sono state affatto esaltanti, e i critici si chiedono se sia la Roma a ripartire da Mourinho o se sia l’allenatore a ripartire dai giallorossi. Una cosa è certa: il prossimo tecnico della Roma non è un personaggio normale, e divide piazze e giornalisti fra chi lo stima e chi invece lo critica. Certo, a guardare il palmarès di Mourinho ci si rende conto che da solo il portoghese ha vinto molto di più di quanto abbia fatto la Roma nella propria storia calcistica. Questo è un fattore da tenere in considerazione soprattutto se si pensa alla stagione attuale, che vede la squadra giallorossa lontana dalla qualificazione alle coppe europee come confermano anche le scommesse sportive, e a cui urge necessariamente un rilancio nel calcio che conta. L’unico dubbio che la rivelazione del nuovo allenatore della AS Roma fa albergare nel cuore dei tifosi è se lo Special One sarà capace di esaltare una rosa che appare comunque competitiva in tutti i reparti. Nuova sfida per Mourinho quindi, che dopo due anni senza successi parte da Roma per riscattare sé stesso e una piazza che ha gioito per l’ultima volta dopo aver eliminato il Barcellona ai quarti di Champions nel 2018, quando in panchina c’era Di Francesco.
La presentazione ufficiale di Josè Mourinho alla Roma si terrà ai primi di giugno, poco prima dell’inizio di Euro 2020, in cui l’Italia esordirà proprio all’Olimpico contro la Turchia. Intanto i tifosi romanisti sperano nel tanto discusso “effetto Mourinho”, che nel passato ha portato in alto i colori di Porto, Inter, Chelsea e Manchester United, con l’auspicio che la squadra non faccia solo un salto d’immagine ma anche e soprattutto di risultati.