È ricoverato a Modena un uomo di 75 anni a causa di un’infezione da West Nile. Il virus del Nilo, causato da una puntura di zanzara, nel 2020 aveva fatto registrare 57 contagiati e 4 morti. Le autorità sanitarie di Modena hanno pertanto invitato i cittadini a non abbassare la guardia e a prestare la massima attenzione
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Come sta l’uomo ricoverato a Modena per West Nile Virus
Si trova nel reparto di neurologia all’ospedale Ramazzini di Carpi l’uomo di 75 anni ricoverato a causa di un’infezione da West Nile. Le sue condizioni fortunatamente sono in miglioramento ma è la stessa Ausl di Modena a invitare di non abbassare la guardia, prestando la massima attenzione al proliferare di queste infezioni causate dalle punte di zanzara. Finora in Italia era stato confermato un solo caso di West Nile avvenuto in Liguria e che si era manifestato in forma neuro-invasiva. Questo caso rappresentava il primo episodio segnalato in Europa. Secondo i dati Iss, dall’inizio di giugno 2020 invece, i casi segnalati e confermati di West Nile Virus in Italia sono stati 57. Di questi 39 si sono manifestati sottoforma neuro-invasiva, 5 sottoforma di febbre, e 13 riscontrati in donatori di sangue. Infine, tra i casi sono stati registrati anche 4 decessi.
West Nile Virus, incubazione e sintomi
Il West Nile Virus è noto dal 1973 ed appartiene alla famiglia dei Flaviviridae. Isolato per la prima volta in Uganda sempre nel 1973, il virus è diffuso in Europa, Asia occidentale, Australia, America e Africa. Il periodo di incubazione dal momento in cui si viene punti dalla zanzara portatrice del batterio è molto variabile: si va dai 2 ai 14 giorni ma non è escluso che possano passare anche 21 giorni prima della comparsa dei sintomi. Quest’ultimi variano a seconda dell’età della persona ma i sintomi più comuni sono: nausea, vomito, mal di testa, febbre, arrossamento agli occhi, sfochi cutanei. Nei casi più gravi invece l’infezione può causare un’encefalite letale.
Diagnosi e prevenzione
La diagnoni viene effettuata attraverso test di laboratorio come ad esempio quello dell’immunoflorescenza e talvolta anche sul fluido celebrospinale, per la ricerca degli anticorpi di tipo IgM. Per quel che riguarda invece la prevenzione, non esiste ancora un vaccino per la febbre del West Nile. Pertanto, la prevenzione al momento consiste soprattutto nell’evitare le punture di zanzara usando appositi repellenti, zanzariere per le finestre, svuotare abitualmente l’acqua stagnante per esempio dai vasi di fiori o di altri recipienti.