Manca sempre meno e dal 15 ottobre il certificato verde, da molti visto come un limite e come una misura da abolire, sarà esteso anche all’ambiente lavorativo, sia nel settore pubblico che in quello privato. Tra non poche polemiche, proteste e manifestazioni (sfociate in guerriglia) dei no Green Pass, che continuano a sventolare slogan e a gridare ‘libertà’, convinti di vivere in una “dittatura sanitaria”. Ma chi e come dovrà controllare la certificazione sul lavoro? Come sempre, ci hanno pensato le FAQ (domande e risposte) del Governo a togliere ogni dubbio, così che dipendenti e titolari siano ben informati prima del 15, data in cui entrerà in vigore il tanto dibattuto Green Pass.
Chi e come dovrà controllare il Green Pass sul lavoro?
“Ogni amministrazione/azienda è autonoma nell’organizzare i controlli, nel rispetto delle normative sulla privacy e delle linee guida emanate con il dPCM 12 ottobre 2021. I datori di lavoro definiscono le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro, e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento delle violazioni degli obblighi di cui ai commi 1 e 2. È opportuno utilizzare modalità di accertamento che non determinino ritardi o code all’ingresso. Nelle pubbliche amministrazioni l’accertamento, che dovrà avvenire su base giornaliera, prioritariamente nella fascia antimeridiana della giornata lavorativa, potrà essere generalizzato o a campione, purché in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione che assicuri, nel tempo, il controllo su tutto il personale dipendente. Oltre all’app “VerificaC19”, saranno rese disponibili per i datori di lavoro, pubblici e privati, specifiche funzionalità che consentono una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni” – si legge sul sito del Governo. Ma come possono avvenire queste verifiche? Attraverso:
- l’integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura;
- per gli enti pubblici aderenti alla Piattaforma NoiPA, realizzata dal Ministero dell’economia e delle finanze, l’interazione asincrona tra la stessa e la Piattaforma nazionale-DGC;
- per i datori di lavoro con più di 50 dipendenti, sia privati che pubblici non aderenti a NoiPA, l’interazione asincrona tra il Portale istituzionale INPS e la Piattaforma nazionale-DGC; per le amministrazioni pubbliche con almeno 1.000 dipendenti, anche con uffici di servizio dislocati in più sedi fisiche, una interoperabilità applicativa, in modalità asincrona, tra i sistemi informativi di gestione del personale del, e la Piattaforma nazionale-DGC”.
Chi non ha il Green Pass o non si può vaccinare come deve fare per lavorare?
Palazzo Chigi fa, poi, chiarezza su un altro punto e pone l’accento su quelle persone che hanno diritto al Green Pass, ma che stanno ancora aspettando il rilascio. Per tutti questi lavoratori, spiega, sarà “possibile avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta”. Chi, invece, per motivi di salute non può vaccinarsi “dovrà esibire un certificato contenente l’apposito “QR code” in corso di predisposizione. Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente – previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell’amministrazione di appartenenza – non potrà essere soggetto ad alcun controllo”.