Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa redatto dall’ufficio Stampa Life 120 di Adriano Panzironi.
“Adriano Panzironi giornalista, conduttore televisivo e autore del libro «Vivere 120 anni, la verità che nessuno vuol raccontarti», querela per diffamazione a mezzo stampa (aggravata dall’uso del mezzo televisivo), sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione giornalistica, divulgazione di telefonate, violenza privata, stampa clandestina il programma televisivo Le Iene Show chiedendone l’immediata chiusura. La querela è stata depositata presso la procura di Roma venerdì 9 Marzo.
https://www.youtube.com/watch?v=VKL8p0DvJJk
Il programma le Iene Show attraverso uno dei suoi “personaggi”, Andrea Agresti, e con la collaborazione attiva dello staff della trasmissione, ha implementato, nei confronti del giornalista, una vera e propria “macchina del fango” con la messa in onda di servizi televisivi, volti a screditarne l’immagine, attraverso il diffamante messaggio-presso il grande pubblico-che Adriano Panzironi sia assimilabile a un truffatore. Che usa e diffonde un “metodo”, che in realtà è soltanto un insieme di consigli e suggerimenti di buon senso, improntati al vivere sano.
«Il tutto usando mezzi poco giornalistici» – spiega Adriano Panzironi- «come agguati, trappole, falsi inviti, bugie, montaggi taroccati, interviste ad altri esperti, direzionate nelle domande e improntate ad arte al fine di dileggiare. Questo il “metodo” de Le Iene. Questo sì, è un “metodo”, altro che quello Panzironi. Un metodo collaudato per costruire una trasmissione di successo, commercialmente appetibile che però ha dimenticato un dettaglio: per fare giornalismo e inchieste in Italia bisogna rispondere a un albo professionale e alla sue regole».
Oggetto della della denuncia- che chiede la sospensione e la chiusura del programma– é proprio la struttura del programma Le Iene Show, che, con aggressività e senza rispetto del diritto di replica, in barba a ogni correttezza e comportamento di stile e sobrietà, propone un programma di taglio di giornalismo d’inchiesta, senza avere una redazione giornalistica e senza che i suoi volti più noti siano iscritti ad alcun Albo. Panzironi, infatti, denuncia Le Iene per il reato di stampa clandestina. All’interno del programma, infatti, non lavora alcuna testata giornalistica regolarmente registrata in tribunale, nessun direttore responsabile e nessuna struttura organizzata secondi quelli che sono i tradizionali ruoli di gerarchia redazionale: condirettore, caporedattore, caposervizio, redattore, cosi come prevede la legge per non incorrere nel reato di “stampa clandestina”.
«Il totale disprezzo della categoria»- aggiunge Panzironi- «è ben rintracciabile nelle affermazioni di Davide Parenti, l’ideatore del programma, che, dice, proprio in occasione di un incontro con me, “di essere guarito quando si era tolto dall’ordine dei Giornalisti” in quanto “non è necessario il tesserino per svolgere il ruolo di giornalisti!!!”. L’inesistenza, per Le Iene, di un ordine professionale a cui fare riferimento, é inoltre ribadito dalle dichiarazioni di Nadia Toffa, uno dei volti più visibili del programma, che ritirando- paradossalmente- un premio giornalistico, senza esserlo, dice apertamente: Faccio la giornalista, ma come lavoro. Non ho il titolo».
Anche tra il grande pubblico, sono in pochi a sapere che Le Iene Show non è un programma realizzato e condotto da giornalisti. Che non c’è una redazione giornalistica, non una gerarchia interna, non un codice deontologico a cui rispondere. Che le interviste vengono tese come agguati. Che i servizi vengono presentati come “inchieste” e le inchieste, di norma, o sono giudiziarie, o, appunto, giornalistiche e create da giornalisti. In pochi sanno che i volti de Le Iene ricevono premi e riconoscimenti giornalistici senza avere un titolo professionale che li regolarizza davanti alla legge. L’aspetto della spettacolarizzazione “forzata” è ancora più chiaro quando si prende in considerazione che altre trasmissioni- queste sotto testata giornalistica- come Porta a Porta o Mi Manda Rai Tre hanno voluto approfondire le tematiche del libro di Adriano Panzironi e hanno preso in visione le trasmissioni. Infine, hanno liberamente scelto di non mandare in onda alcun approfondimento.
L’Ordine dei giornalisti non si è ancora espresso in maniera chiara su questo caso. Adriano Panzironi, dopo una serie di studi sull’alimentazione e gli stili di vita, ha scritto un libro dal titolo “Vivere 120 anni, la verità che nessuno vuol raccontarti”, nel quale si spiega come e perché una certa attenzione nell’alimentarsi può fare la differenza rispetto alla durata e alla qualità della vita. Attorno al libro- che ha avuto un buon successo di pubblico, con una tiratura di vendita di oltre 150 mila copie- il giornalista ha costruito delle trasmissioni televisive, volte ad approfondire, con l’aiuto di esperti e medici in studio, le stesse tematiche”, conclude così la nota.