E’ stata una tragedia annunciata, la morte del piccolo Matias, il bimbo di 10 anni ucciso due giorni fa a Cura di Vetralla dal padre fuggito dall’ospedale con l’intento di compiere una strage. L’uomo, Mirko Tomkow, polacco 44enne, da anni maltrattava l’ex compagna e il figlio: botte, minacce, insulti. Si ubriacava fino a perdere la testa e allora per i due erano momenti di terrore puro.
Il bambino aveva provato a scappare, senza però riuscirci. Il padre gli metteva paura, specie quando picchiava la madre davanti a lui e la chiamava “putt..a”, minacciando di darle fuoco e di ucciderla. Era diventato ancora più violento da quando la coppia si stava separando, ma i problemi erano iniziati già quando la compagna era rimasta incinta di Matias.
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I maltrattamenti in famiglia e l’omicidio Pm Stefano D’Arma
L’uomo, che è stato interrogato questa mattina dal Pm Stefano D’Arma, non avrebbe dovuto avvicinarsi alla compagna e al bambino: il divieto di avvicinamento disposto nei confronti dell’uomo il 10 settembre scorso, era dovuto a un’indagine scaturita non da una denuncia della donna, ma da una segnalazione fatta da alcuni vicini, a conoscenza dei maltrattamenti. Mirko aveva dovuto lasciare la casa familiare e non poteva avvicinarsi ai luoghi in cui si trovavano la compagna e il figlio. Invece in questi due mesi ha covato la rabbia e ha pensato a come farla pagare alla donna, una 35enne di orine rumena. Dopo la fuga dall’ospedale dove era ricoverato, si è barricato in casa, minacciando di far saltare tutto con il gas che aveva aperto. Poi il raptus omicida e la coltellata alla gola al piccolo Matias.
Il 44enne ora si trova, piantonato, nell’ospedale Belcolle di Viterbo. Per lui la convalida dell’arresto dovrebbe essere richiesta già oggi.