Non si arrende mai Manuel Bortuzzo, nonostante sia rimasto paraplegico nella sparatoria dell’Axa avvenuta a inizio febbraio.
Il ragazzo non si perde d’animo, mostrando una stoffa da combattente nell’affrontare la sua attuale condizione personale e soprattutto valutando iniziative sociali che possano aiutare tanti ragazzi con problemi di paraplegia.
L’obiettivo ora è creare un’associazione, dove con la sua gestione possa diventare un punto di riferimento per tanti adolescenti costretti a vivere con la sedia a rotelle.
Ma Manuel ha anche obiettivi a lungo termine, come quel sogno di tornare a camminare da qui a dieci anni. Il giovanissimo ragazzo ci crede, fortissimo della propria forza di volontà e soprattutto dello sviluppo scientifico che innoverà ulteriormente l’importantissimo campo della neurochirurgia.
Attualmente Manuel sta attraversando un duro periodo di riabilitazione, che in occasione dell’inaugurazione del terzo campionato USIP in Lombardia ha definito così: “La riabilitazione procede molto bene,abbiamo in mente un piano di recupero molto serrato ma non sappiamo dove finirà. Non ci sono tempi certi, il cronometro a cui ero abituato non c’è più. Prima mi allenavo mattina e sera, ora faccio riabilitazione mattina e sera. Fortunatamente lo sport mi ha abituato a certe fatiche”.
In questi mesi sicuramente il giovane nuotatore ha trovato grandissima forza nei messaggi di solidarietà provenienti da tantissime persone in giro per l’Italia, che hanno preso a cuore la sua storia e lo motivano ogni giorno che passa per un pronto recupero. Importantissimo anche il sostegno di tante star del mondo sportivo e dello spettacolo, che hanno regalato in questi mesi di riabilitazione dei momenti di grande sostegno a Manuel: “Mi ha stupito che celebrità e musicisti mi abbiano scritto. Poi Totti, Bebe Vio e tanti altri. L’altro giorno mi ha scritto ancora Gregorio Paltrinieri e mi ha detto che gli manco: evidentemente qualcosa gli ho lasciato nei nostri allenamenti ad Ostia“.
Tra i tanti obiettivi però dà grande importanza anche alla costituzione di un’associazione nel settore della disabilità, perchè ritiene fondamentale aiutare dei giovanissimi ragazzi nelle sue stesse condizioni: “Farò qualcosa per fare in modo che quello accaduto a me non accada più ad altri: una associazione con un nome ‘figo’ per raccogliere fondi per le persone come me ma che sono state meno fortunate di me“.