L’aumento della tassa sui liquidi per le sigarette elettroniche – previsto dalla legge di bilancio del 2021 – ha provocato a inizio dell’anno un incremento del loro costo del 15% e del 10%, rispettivamente sulle ricariche con nicotina e senza nicotina. Obiettivo della Lega è stato quello di proporre un emendamento al decreto Sostegni per le imprese, al fine dunque di ridurre l’imposta al 10% e al 5% per le ricariche da 10 millilitri.
Nelle parole del segretario della Lega, Matteo Salvini, si è trattata di una scelta fatta a sostegno di tutto il settore delle e-sigarette, con notevoli vantaggi e ricadute positive su imprenditori e lavoratori di questa fetta di mercato, con le rispettive famiglie; questo, senza considerare la ripercussione a favore di tutti i consumatori, abituali o ancora in avvicinamento alla pratica dello svapo.
A sostegno della sua interpretazione, si è espresso anche Gianluca Giorgetti, vicepresidente e responsabile dei rapporti istituzionali di Anafe-Confindustria. Giorgetti rivolge parole di ringraziamento al segretario Salvini e al suo sottosegretario Durigon, ricordando appunto la dimensione umana dell’industria della sigaretta elettronica, che si è particolarmente impegnata nel periodo del lockdown e che poi si è trovata colpita all’inizio della ripresa.
La proposta di emendamento per la riduzione della tassa sulle ricariche di e-liquido è stata tutta pensata, redatta e presentata dalla Lega, che non ha cercato accordi con altre forze parlamentari a sostegno della sua iniziativa.
Simili accordi avrebbero potuto blindare la proposta e concederle vita più facile, ma l’emendamento – nonostante le cattive tempistiche in sede di votazione e l’atteggiamento solitario e rischioso del partito di Matteo Salvini – è comunque passato al vaglio della Commissione di Bilancio della Camera dei Deputati e andrà a modificare il decreto Sostegni. La riduzione dell’imposta sarà operativa dal 1 Agosto, fino almeno al 31 Dicembre del corrente anno.
Un settore sopravvissuto alla crisi economica
Antonella Panuzzo, presidente dell’associazione nazionale dei negozianti di sigarette elettroniche UniEcig, aspettava con fiducia un provvedimento simile; rendendosi conto di come il settore delle sigarette elettroniche, sebbene rimasto operativo nel corso di tutto il periodo della pandemia da covid-19, fosse stato colpito da un aumento delle imposizioni fiscali e burocratiche, UniEcig – nelle parole della stessa Antonella Panuzzo – aspettava un emendamento che desse respiro a questo mondo (inteso in termini di produttori, commercianti, investitori e – non ultimi – consumatori).
Nel ragionamento di Antonella Panuzzo, la scelta della Lega si rivela un successo di cui – come lo è del resto il segretario Matteo Salvini – andare soddisfatti, infatti, ma non va intesa come iniziativa puramente di carattere economico. Può essere letta, nello specifico, anche come supporto al benessere di tutti coloro che – traghettando dalla dannosa dipendenza da fumo combusto fino all’utilizzo della sigaretta elettronica – si troveranno agevolati nella loro nuova scelta.
La salubrità dell’aria degli ambienti in cui si vive e il benessere del cittadino ne risultano dunque rafforzati e incentivati. Non si dimentichi infatti la gran quantità di sostanze nocive che vengono introdotte nel proprio organismo nell’utilizzo della sigaretta tradizionale: il passaggio alla pratica dello svapo rappresenta un passo avanti per la propria salute, da incentivare con una politica di riduzione delle imposte, come quella proposta dalla Lega. Di fatto, alle volte, trasformarsi da fumatore a svapatore implica un investimento in volontà che va accompagnato anche all’acquisto del nuovo strumento (la e-cig) e delle sue ricariche.
Per il suo meccanismo di funzionamento, infatti, l’e-cig non può essere utilizzata senza i liquidi per sigarette elettroniche da 10 millilitri o più: sono questi i liquidi per cui – nel 2020 – è stata decisa la tassazione a partire da Gennaio 2021. La preoccupazione dei negozianti e di tutto il settore risiede nell’imposta progressiva che era stata prevista – oltre che per il 2021 – anche per il 2022 e per il 2023. Si teme dunque che, con lo spettro ancora incombente della legge di bilancio del 2021, il vantaggio ottenuto con l’emendamento della Lega possa essere solo momentaneo, e che le imposte possano tornare a salire a Gennaio dei prossimi due anni.