L’avevano affidata alle maestre dell’asilo nido, si fidavano di loro, della loro bravura e competenza. Ma forse si sbagliavano perché purtroppo il 7 agosto del 2018 qualcosa è andato storto e da quel momento non si può più tornare indietro. La piccola Lavinia, che all’epoca aveva solo 16 mesi, è stata investita da un’auto guidata da un’altra mamma che non l’aveva vista dallo specchietto retrovisore. Ma perché lei stava gattonando nel cortile dell’asilo nido La Fattoria di Mamma Cocca a Velletri, ai Castelli Romani? Cosa ci faceva una bimba così piccola lì da sola, senza alcuna supervisione? Domande a cui i genitori Lara Liotta e Massimo Montebove da quel terribile giorno stanno cercando di dare una risposta. Un giorno che difficilmente dimenticheranno, un giorno che ha cambiato per sempre la loro vita e quella della piccola Lavinia, che oggi compie 5 anni. L’ennesimo compleanno che non può festeggiare come dovrebbe fare una bimba della sua età perché Lavinia, da quando è stata investita, si trova in stato vegetativo.
Il processo
E’ iniziato ieri il processo per quello che è successo il 7 agosto del 2018. L’accusa per la titolare dell’asilo è abbandono di minore, ma la maestra è stata rinviata a giudizio e i familiari temono che il caso possa cadere in prescrizione. ‘Lavinia rischia di non avere nemmeno giustizia. Lo stato vegetativo non si prescrive‘ – si legge tra le informazioni del gruppo Facebook, seguito da oltre 10.000 iscritti e creato per dare giustizia alla piccola, che proprio oggi compie 5 anni. Ed è straziante il racconto della mamma, Lara, che in aula ha dovuto ricordare quei momenti e quella telefonata che le ha cambiato la vita: ‘Il 7 agosto del 2018 ero nel mio ufficio quando ho ricevuto una chiamata. Ho sentito la voce della maestra Rocca urlare, diceva che Lavinia era stata investita nel parcheggio dell’asilo. Mi disse che respirava e che l’avevano portata in macchina all’ospedale di Velletri. Le chiesi come era potuto succedere e lei rispose che mentre stava mettendo i bambini in fila per rientrare all’asilo era stata distratta dalle urla di un bimbo che aveva un piede incastrato’.
Una prima testimonianza della maestra che, però, non coincide con quella della mamma che ha investito la piccola. E lo ricorda bene papà Massimo: “Qualche tempo dopo l’incidente in un parco di Velletri ci fu un incontro casuale con la mamma che guidava l’auto che investì nostra figlia – ha detto – Mi disse che Lavinia era da sola nel parcheggio. Non c’era nessuno con lei, se non nei paraggi una bambina di 10 anni. Disse di aver urlato per farsi sentire dalla maestra che era dentro con gli altri bambini. La maestra non si era accorta di quanto era accaduto”.
Il risarcimento di un euro
La bimba è stata investita fuori dall’asilo, lì dove doveva essere protetta e tutelata come a casa. Lì dove, invece, è stata lasciata sola ed è stata investita mentre gattonava nel cortile. Ora vive in stato vegetativo e la beffa è arrivata quando la maestra ha proposto un risarcimento di un euro. Come se la vita di Lavinia valesse pochi spicci.
“Abbiamo chiesto sia al nido che alla maestra gli estremi della compagnia assicurativa, non abbiamo avuto nessun riscontro. Nella prima udienza dibattimentale è stato proposto un risarcimento di un euro. Offerta che è stata rifiutata” – ha dichiarato l’avvocato dei genitori di Lavinia, Cristina Spagnolo, all’Adnkronos. Attualmente la famiglia ha ricevuto un risarcimento parziale da parte dell’Rc auto della mamma alla guida dell’auto che ha investito la bimba, ma ora Massimo e Lara sono riusciti a ottenere la calendarizzazione a breve delle prossime due udienze. Con la speranza di dare davvero giustizia alla piccola Lavinia.
La difesa della maestra
Secondo Anna Scifoni, avvocato difensore delle due imputate, come riporta l’Adnkronos, non ci sarebbe stato nessun abbandono. ‘‘Questo caso sicuramente fa soffrire tutti – ha detto prima dell’udienza – Ricordo che c’è la presunzione di innocenza, tante cose non si sanno e verranno alla luce nel corso del processo. Si procede per l’accertamento delle responsabilità personali se ci saranno e io mi auguro che non ci siano nella misura in cui questo è stato un tragico evento. Nessuno ha abbandonato nessuno. Questa è la nostra posizione”. Ma tra un rimbalzo di responsabilità e l’altro c’è una realtà con la quale i genitori di Lavinia devono fare i conti da anni: una bimba in un letto, in stato di vegetativo, a cui è stato negato un futuro.