Nel corso dell’attività di prevenzione e controllo del territorio, alle ore 9,30 circa di oggi 21 novembre, due equipaggi della Squadra Volante intervenivano in via G.B. Grassi, quartiere Nicolosi, in quanto era pervenuta al 113 richiesta di aiuto, per una violenta lite familiare.
All’interno delle scale condominiali veniva identificato un uomo, cittadino italiano del ‘72 fortemente agitato, che verosimilmente stava provando a dileguarsi, una donna e un bambino di 9 anni, moglie e figlio dell’uomo, visibilmente spaventati, con segni evidenti sul corpo delle botte ricevute dall’uomo.
La donna riferiva di essere stata appena picchiata, insieme al figlio, dal marito e di aver bisogno di cure mediche per le lesioni riportate.
La stessa riferiva di subire maltrattamenti e violenza da tempo, ma di non aver mai denunciato il marito, per paura di ritorsioni, temendo per la propria incolumità e per quella dei propri figli.
Riferiva inoltre che nella mattinata iniziava a litigare col marito per futili motivi; la lite degenerava in quanto lui cominciava ad inveire e poi a picchiarla con calci e pugni, ed a colpire lei ed il figlioletto con un’asta appendiabiti, che veniva sequestrata. La furia dell’uomo coinvolgeva anche il piccolo figlio di 9 anni, che nell’aggressione riportava contusioni al braccio sinistro; solo il tempestivo arrivo degli uomini della Squadra Volante poneva fine alla violenta aggressione.
La donna e il bambino, soccorsi dai sanitari del 118, venivano trasportati per il locale Nosocomio, dove venivano refertati rispettivamente con prognosi di 25 gg e 10 gg per le lesioni riportate. In sede di denuncia la donna riferiva che le percosse e le violenze si protraevano già da tempo e che a causa dei continui soprusi posti in essere dall’uomo viveva in uno stato di soggezione e inferiorità psichica, manifestando timore e paura per la propria incolumità e per quella dei propri figli.
La persona fermata, accompagnata presso gli uffici della Questura, identificata per A.G. del ‘72, dopo aver contattato il P.M. di turno, dott. Bontempo, veniva tratta in arresto per il reato di maltrattamenti in famiglia aggravati in flagranza ed associata agli arresti domiciliari in un’altra abitazione nella disponibilità dell’uomo a disposizione della competente Autorità giudiziaria.