E’ davvero scandaloso e disumano quello che sta accadendo alla piccola Aida, la bambina con gravissimi problemi di disabilità motoria di cui vi avevamo già raccontato quest’estate, parlando di alcune delle sue difficoltà.
Aida, come sapete, soffre di una grave disabilità motoria che le impedisce di muovere il 90% dei muscoli.
La piccola, infatti, non solo non può camminare, ma non può nemmeno sforzare i muscoli per compiere quelli che sembrano piccoli gesti, come ad esempio muovere la bocca per parlare, bere o mangiare.
SENZA CIBO NE’ ACQUA
Proprio quest’ultimo disagio elencato, sta mettendo Aida in grave difficoltà mentre si trova a scuola.
La bimba, che ora ha iniziato a frequentare la seconda elementare, può infatti nutrirsi solamente per via PEG (gastrostomia endoscopica percutanea), ovvero una nutrizione artificiale attraverso un sondino collegato al suo stomaco.
Il problema è che nella scuola frequentata da Aida non c’è nessuno in grado di poterla nutrire.
Ne’ gli assistenti scolastici, ne’ le insegnanti (nemmeno quella di sostegno) sanno utilizzare il sondino che permette ad Aida di nutrirsi.
Nella scuola, inoltre, non è presente l’infermeria; quindi non è possibile in alcun modo far mangiare o bere Aida durante le ore scolastiche.
Ricordiamo che le ore scolastiche di cui stiamo parlando sono ben 5!
5 ore in cui la piccola è completamente a digiuno e soffre la sete.
Una cosa disumana, soprattutto per una bambina di quell’età.
Ma non solo, ovviamente i compagni di Aida durante la ricreazione mangiano e bevono, quindi la piccola (che ovviamente ha fame e sete come tutti i bambini) è costretta a restare a guardare i suoi compagni mentre (giustamente) fanno merenda.
Tutto questo non solo le provoca una sofferenza fisica (fame e sete), ma anche psicologica. Perché Aida, ricordiamo, è perfettamente in grado di capire ogni cosa.
LA SOLUZIONE AL PROBLEMA, SECONDO LA LEGGE
Quindi quale sarebbe la soluzione?
La soluzione sarebbe, come previsto dalla legge e dai diritti di Aida, che la ASL di Latina mandi un’infermiere nella scuola di Aida, almeno una volta al giorno, per somministrarle acqua e cibo.
Sembrerebbe una soluzione semplice ma, come tutte le cose legate alla burocrazia, purtroppo non lo è.
La ASL di Latina infatti, sebbene i genitori di Aida abbiano segnalato il problema già dallo scorso anno, non sono ancora in grado di fornire assistenza alla piccola.
“Mi hanno detto che si stanno organizzando per trovare una soluzione, ma sono già oltre 5 mesi che aspettiamo!”. Ci racconta Tiziano, il papà di Aida.
“Già dallo scorso anno abbiamo aperto alla ASL di Latina una cartella Cad, richiedendo l’intervento di un infermerie che dia da bere anche solo un succo di frutta ad Aida. Possibile che dopo mesi di riunioni e discussioni non si sia ancora trovata una soluzione?”
TUTTO A CARICO DELLA FAMIGLIA DI AIDA
Intanto la famiglia di Aida, completamente abbandonata dalle istituzioni e dalla ASL, è costretta a farsi carico ancora una volta anche di questo problema.
“Mia moglie, la mattina verso le 10, va a scuola di Aida per darle da bere e da mangiare via Peg. Purtroppo però non è sempre possibile, dato che abbiamo anche un altro bambino piccolo a casa. Io invece con il mio lavoro sono impegnato tutte le mattine fino alle 14.”
OLTRE AL DANNO, ANCHE LA BEFFA
I genitori della piccola stanno affrontando una dura prova di pazienza, non solo per la lunghissima attesa di una soluzione, ma anche per le continue assurde richieste della ASL, che nel frattempo cerca ancora di temporeggiare.
“Dopo qualche mese dalla domanda di sostegno infermieristico, – prosegue papà Tiziano – dove sono stati allegati tutti i certificati di Aida riguardo il suo stato di salute, la ASL mi ha chiesto un ulteriore certificato per attestare che la bimba avesse bisogno di bere durante le ore scolastiche! Ma stiamo scherzando?! Sono quindi andato dal pediatra dell’ospedale Bambin Gesù, per farmi mettere per iscritto che Aida necessita di bere durante le ore scolastiche. Il dottore si è meravigliato, la sua risposta è stata: ma che sono criminali?”.
Ora la pazienza di papà Tiziano e di sua moglie è arrivata al limite.
La famiglia di Aida si riserva quindi di querelare la ASL di Latina, se questa non interverrà entro la prossima settimana.