L’Osservatorio Nazionale Amianto, unitamente al Presidente, Ezio Bonanni, e a Ilenia Borace, coordinatrice del Comitato Tutela Ambiente e Salute Pubblica, dopo la denuncia di un alto rischio ambientale nella pubblica manifestazione di Aprilia di sabato scorso, che ha visto la massiccia partecipazione delle popolazioni colpite dalla nube tossica dell’incendio Loas del 9 agosto, hanno integrato l’esposto denuncia, già presentato da Giovannoni Remo, ambientalista di Aprilia, cittadino danneggiato dalla nube, e aderente all’ONA, con un dossier elaborato dall’associazione, al fine di contribuire, in supporto all’attività investigativa del Procuratore della Repubblica e dell’Autorità, in chiave evidentemente preventiva.
“Come ho spiegato nel mio intervento di apertura della manifestazione nella città di Aprilia, l’Osservatorio Nazionale Amianto non intende far polemica, nè intende attaccare e schierarsi contro qualcuno e qualcosa. Le nostre finalità sono quelle di tutela della salute e dell’ambiente. Dopo l’incendio EcoX del maggio 2017, avevamo segnalato che il rischio amianto era sottovalutato e purtroppo le nostre segnalazioni erano fondate” – dichiara Ezio Bonanni, che aggiunge – “ancora una volta nel 2020, torniamo a discutere di incendi nel nord della provincia di Latina e sud della provincia di Roma, senza che nulla si sia fatto per verificare il rispetto delle norme antincendio e dei dispositivi per evitare il danno alla salute e all’ambiente. Per questo motivo ribadiamo la necessità di una forte mobilitazione, innanzitutto delle forze di polizia, vigili urbani, carabinieri, etc., ma allo stesso tempo una maggiore attenzione in sede amministrativa. Auspico un intervento del Presidente della Regione Zingaretti, e del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa”.
“A seguito dell’ennesimo disastro ambientale con l’incendio della Loas, non abbiamo potuto che raccogliere il grido di indignazione e esasperazione di una popolazione, quella di Aprilia, vessata dalle continue esposizioni a miasmi e gravi problematiche ambientali rappresentate soprattutto dalla concentrazione massiva di impianti di trattamento rifiuti sovradimensionati rispetto alla produzione dell’intera Provincia arrivando a toccare punte del 300% solo per il trattamento della differenziata, facendone un centro di arrivo di vitale importanza nell’intero ciclo rifiuti del Lazio” – spiega Ilenia Borace – “a questi impianti si vanno a sommare le varie aziende farmaceutiche e fitofarmaceutiche, nonché altri tipi di impianti insalubri, 4 discariche abusive al cui interno sono stati rinvenuti fusti tossici nocivi. Tutte queste pressioni ambientali non hanno fatto demordere l’iniziativa privata che è arrivata a chiedere negli ultimi 2 anni le autorizzazioni (bloccate anche grazie alla partecipazione dei cittadini) per abbancare un volume pari a circa 3 colossei. Tutto questo non è più tollerabile, e in piazza con 400 persone abbiamo fatto sentire le nostre ragioni, andremo fino in fondo non ci fermeremo, vogliamo uno studio epidemiologico serio e di quartiere in tempi rapidi e uno screening sanitario di prevenzione. Vogliamo che si stringano i controlli a tappeto sul rispetto delle leggi e delle prescrizioni di tutti gli impianti presenti nel nostro territorio”.
Dati epidemiologici della provincia di Latina per patologie asbesto correlate.
L’ONA ha censito, per la provincia di Latina, circa 150 casi di mesotelioma, con un trend in netto aumento, rispetto ai circa 100 casi censiti dal Dipartimento di Prevenzione per il periodo dal 2000 fino all’anno 2014. Le città più colpite fino a tutto il 2018, sono Latina con 30 casi; Gaeta con 25; Aprilia con 20; Sezze con 10; Formia con 15. L’ONA, che informa anche attraverso il Giornale sull’Amianto https://onanotiziarioamianto.it/ ha accertato che nel periodo dal 2000 al 2018, nella sola provincia di Latina sono venute a mancare più di 600 persone, solo per l’esposizione ad amianto.
Rischio nucleare (centrale di Borgo Sabotino)
Con riferimento alla centrale elettronucleare di Latina, situata nella frazione di Borgo Sabotino, entrata in servizio nel 1962 con un unico reattore da 220 MW, alimentato a uranio naturale, moderato a grafite e raffreddato con anidride carbonica, si prevede la conclusione della prima fase del decommissioning nel 2027, con lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento dell’edificio reattore dagli attuali 50 metri a 30. Dopo di che i rifiuti radioattivi, già condizionati e stoccati nei depositi temporanei del sito, dovranno essere trasferiti al Deposito Nazionale. La seconda ed ultima fase, sarà costituita dallo smantellamento del reattore nucleare, che produrrà circa 2000 tonnellate di rifiuti radioattivi a media attività (grafite).
All’inizio del 2018, il volume dei rifiuti radioattivi, classificati in accordo con il decreto del 7 agosto 2015, presenti nel sito di Latina è di 1.739 m3. Il volume può variare di anno in anno col progredire delle attività di mantenimento in sicurezza e di decommissioning e delle modalità di condizionamento dei rifiuti pregressi.
Quantitativo (in metri cubi) dei rifiuti radioattivi, suddivisi per tipologia, presenti nella centrale di Latina al 31.12.2017
TIPI DI RIFIUTI | |||||
A vita media molto breve | Attività molto bassa | Bassa attività | Media attività | Alta attività | |
QUANTITA’ | 0 | 887 | 821 | 31 | 0 m3 |
TOTALE | 1.739 |
Nell’ottobre 2011, il Decreto VIA ha imposto alla Sogin S.p.A. il monitoraggio ambientale convenzionale, oltre a quello radiologico.
Nell’autunno 2013, Sogin ha avviato la campagna di caratterizzazione del territorio e in tre analisi, effettuate su tre campioni di acqua di falda di superficie, dei valori anormali per presenza di cloruro di vinile.
Siti dismessi in provincia di Latina e nel Lazio
L’ONA prosegue la sua mobilitazione, in provincia di Latina come nel resto di Italia, e chiede che si dia corso alla totale bonifica e definitiva messa in sicurezza di tutti i siti industriali dismessi, al fine di evitare rischi di contaminazione per presenza di amianto ed altri agenti cancerogeni.
L’Osservatorio Nazionale Amianto è sempre operativo attraverso il numero verde 800034294 e con lo sportello telematico: https://www.osservatorioamianto.com.