Ora è legge e, perciò definitiva e concreta l’abolizione delle Province di molti territori italiani, per procedere ad un loro riaccorpamento con altri territori, spesso eterogenei tra loro.
Ma la proposta dei senatori del PD Raffaele Ranucci e Roberto Morassut, depositata e approvata ieri in Parlamento, crea nuovi confini e ridisegna l’assetto amministrativo statale.
Così, con l’abrogazione delle Province e il riassetto territoriale, per le zone di Frosinone e Latina sembra previsto l’accorpamento con la Campania.
Tale possibilità è molto criticata dai vertici politici locali delle due province, ma poco potranno di fronte ad una riforma della Costituzione che, alla fine della legislatura potrebbe essere portata a compimento.
Infatti, secondo il disegno del Ddl Del Rio, alla scadenza del mandato, molte province cambieranno: non si andrà più a votare per il suo rinnovo e non vi sarà più la Giunta. Né spese per il personale politico.
“Gli enti territoriali spariranno su tutto il territorio nazionale e al loro posto verranno realizzati enti di “area vasta” inter-comunale in un’ottica di maggiore efficienza, programmazione integrata dei servizi e risparmio di spesa pubblica».
In attesa della riforma del Titolo V della Costituzione Italiana, già da oggi viene rivista e modificata la struttura degli enti territoriali, partendo da uno snellimento amministrativo per favorire una maggiore integrazione tra i Comuni. Questo sembrerebbe l’obbiettivo, da raggiungere anche con l’istituzione di Città metropolitane.
Le nuove province. Seguendo un concetto che sta alla base anche al progetto del Senato delle Autonomie, la nuova Provincia sarà un organo formato da chi già ricopre incarichi negli enti locali che la compongono. Le nuove Province saranno istituti leggeri.
Gli organi saranno: il presidente della Provincia, il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, con incarichi sono a titolo gratuito.
Il presidente è eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia e deve essere un sindaco della provincia stessa. Il presidente resta in carica quattro anni ma decade automaticamente in caso di cessazione dalla carica di sindaco.
Il consiglio provinciale è l’organo di indirizzo e controllo, approva il bilancio, i regolamenti, i piani, i programmi territoriali e ogni altro atto sottoposto dal presidente della provincia. Ha una carica di 2 anni e possono essere eletti i sindaci e i consiglieri dei comuni della provincia.
L’assemblea dei sindaci è composta dai sindaci dei comuni della provincia. È competente per l’adozione dello statuto e ha potere consultivo per l’approvazione dei bilanci; lo statuto può attribuirle altri poteri propositivi, consultivi e di controllo.
Alle Province, che passeranno da 20 a 12, continueranno a spettare funzioni di pianificazione territoriale provinciale, tutela e valorizzazione dell’ambiente per gli aspetti di competenza, pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, costruzione e gestione delle strade provinciali, programmazione provinciale della rete scolastica nel rispetto della programmazione regionale, gestione dell’edilizia scolastica, controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità.
I tempi per la creazione dei nuovi enti saranno differenti a seconda che il mandato dell’attuale compagine decada nel 2014 o dal 2015 in poi.
Marina Cozzo