Come avviene la scelta del partner
La parola «coppia» deriva dal latino copula, che significa congiunzione, legame, insieme.
La relazione ha inizio dall’incontro di mondi diversi: due persone che portano con sé desideri, speranze e vissuti personali e che decidono di intraprendere un progetto di vita insieme creando un organismo complesso.
Il colpo di fulmine o l’invecchiare insieme, la passione sessuale o le affinità elettive: ogni coppia è a sé, ognuna con una vita propria e non replicabile.
Non sempre, però, avviene l’unione con l’altro: molto dipende dal periodo che stiamo vivendo che ci rende più o meno aperti, più o meno vulnerabili o con la necessità di condividere le nostre giornate con qualcuno; inoltre il nostro bagaglio esperienziale influisce non poco sulla scelta: se stiamo vivendo un periodo di rigidità saremo più attratti da persone disordinate e senza regole.
Gli opposti si attraggono
Quando scegliamo qualcuno con caratteristiche diverse dalle nostre, per un processo di compensazione, stiamo provando ad arrivare dove non possiamo: riconoscere parti di noi che abbiamo fino a quel momento respinto, viverle dall’esterno.
Nella coppia formata da due poli opposti, uno dei due tende a modificarsi in base ai valori dell’altro, ma non può durare a lungo poiché quelle differenze che all’inizio ci affascinavano, diventano successivamente causa di litigi: esempio classico sono Magda e Furio, personaggi del film «Bianco, Rosso e Verdone».
Forse gli opposti si attraggono, ma non reggono alla vita di coppia: in amore le differenze allontanano come due binari divisi verso destinazioni diverse.
Pertanto la teoria degli opposti è valida solo per una questione di attrazione ed infatuazione a breve scadenza e la coppia mediamente scoppia entro i cinque anni.
Chi si somiglia si piglia
Siamo attratti dai nostri simili in quelle fasi di vita in cui sentiamo il bisogno di sentirci riconosciuti; nella coppia «dei gemelli» le somiglianze tendono ad appiattire ogni momento di contrasto e dunque di crescita relazionale: un legame senza problemi è una specie di «non luogo», un terreno che si secca per assenza di pioggia e non produce frutti.
Fare le stesse cose può essere un collante iniziale, la sensazione di benessere arriva dall’assenza di discussioni e dietro l’angolo si nasconde la noia: poca comunicazione, pochi stimoli e stessi colori emozionali.
Non di rado è così che si arriva alla crisi. Siamo abituati ad attribuire alla parola un’accezione negativa, benché il termine (in greco κρίσις) rimandi etimologicamente al concetto di scelta, al momento di passaggio dal caos all’ordine, e al cambiamento.
In sintesi litigare fa bene alla coppia.
Sei la mia vita
Le relazioni che nascono per riempire dei nostri vuoti quotidiani ci spingono verso quei soggetti che ci appaiono «forti», capaci di prendersi cura di noi: affidiamo la nostra vita alle loro mani, facendoci gestire ogni minuto della giornata.
La sensazione iniziale è di protezione, ma con il tempo si instaurerà una dinamica malata di dipendenza affettiva.
Forse questo è tra i casi più pericolosi, poiché la fine della relazione annienta l’emotività del dipendente e dà luogo a perdita del senso di identità ed equilibrio interno, che è stato messo completamente nelle mani del partner.
Incastro funzionale
Il giusto incastro avviene quando entrambe le parti sono libere emotivamente dai fantasmi delle delusioni passate, responsabili della propria felicità e non devono fare affidamento sull’altro per sentirsi completi: ognuno ha un’esistenza al di fuori della coppia e mantiene la propria vita sociale.
Le similitudini sono fondamentali per quanto riguarda la progettualità e la condivisione dei valori di base come la famiglia, la casa o il lavoro: è opportuno dare importanza e priorità a questi aspetti pur mantenendo le proprie modalità di approccio.
Parlare di argomenti diversi nello stesso luogo di incontro mantiene vivo il dialogo: ad esempio avere la stessa passione come la lettura, pur scegliendo generi diversi.
La relazione di coppia è assimilabile a un setting terapeutico, all’interno del quale è possibile vivere in un terreno comune di scambio e crescita reciproca.
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno