Lean, in alternativa anche sciroppo, purple drank o sizzurp. Tutti nomi che forse non diranno nulla ai più ma che invece rappresentano un problema sempre più grave soprattutto tra i giovanissimi. Si tratta in poche parole di una droga a basso costo composta solitamente da una miscela omogenea a base di sciroppo per la tosse, contenente codeina, prometazina o entrambe e una bibita gassata, tra quelle più diffuse in commercio. L’effetto psicotropo è devastante così come gli effetti potenzialmente distruttivi per i ragazzi. E anche a Roma sta spopolando.
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Operazione “New Joint bis” nel Quartiere Prati: la “lean” spopola nella Roma bene
A testimonianza di questo arriva oggi la notizia di un’importante operazione della Polizia di Stato che apre il velo sul fenomeno in questo caso nelle zone della cosiddetta ‘Roma bene’. Nei giorni scorsi infatti, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Prati, diretto da Filiberto Mastrapasqua, hanno eseguito 4 misure cautelari nei confronti di altrettanti giovani, sulla ventina, emesse nell’ambito dell’indagine denominata “New Joint bis, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma.
Le determinazioni da parte dell’Autorità Giudiziaria, sono scaturite dagli esiti dell’attività di indagine, intrapresa parallelamente ad un’altra, terminata nel luglio scorso e coordinata dalla Procura per i Minorenni di Roma, che aveva determinato il collocamento in comunità di 3 minorenni, ritenendo sussistenti a loro carico gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di partecipazione con i soggetti maggiorenni, ad un gruppo finalizzato alla consumazione di più reati di cessione di sostanze medicinali ad effetto psicotropo e di altre sostanze stupefacenti del tipo marijuana, anche nei confronti di minori e nei pressi di istituti scolastici.
I gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso delle investigazioni anche nei confronti dei 4 giovani maggiorenni, coadiuvati da altri 5 coetanei anch’essi indagati, hanno consentito di individuare un gruppo criminale ben radicato nei contesti giovanili e dedito all’acquisto ed alla successiva cessione, anche ad acquirenti minorenni, di numerosi farmaci “del tipo stupefacente”.
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La filiera dello spaccio
Proprio i maggiorenni, colpiti dalla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, si occupavano in prima persona unitamente ai minorenni, della fabbricazione e compilazione di ricette mediche false, totalmente artefatte poiché recanti nominativi fittizi di medici curanti e numerose spedizioni di medicinali anche all’estero, fornendo la disponibilità di carte di pagamento, disegno criminoso che portavano a termine avvalendosi della collaborazione dei minori già sottoposti a misura restrittiva. Le indagini, hanno rivelato uno scenario angoscioso e preoccupante, diffuso tra i giovanissimi, in gran parte anche adolescenti, che vede l’assunzione soprattutto di “ossidone” e “metadone” diluito in acqua o altre bevande, mescolato con morfina e codeina, al fine di procurarsi l’effetto drogante che viene e denominato “new Joint”.
Spiega la Polizia: «Il fenomeno è diffusissimo anche sui social network e i ragazzi sono ispirati da correnti musicali di influenza negativa e dissacrante, nei cui video spesso mostrano bottiglie contenenti liquidi colorati, “lean” appunto, e invitano i giovanissimi a bere, a provare appunto questo nuovo sballo, istigandoli ad una vita violenta e priva di freni morali, adoperandosi persino a spiegare come comporre esattamente le miscele psicotrope e purtroppo potenzialmente mortali».
Il procacciamento dei medicinali
L’ostacolo è rappresentato dalla difficoltà di reperimento dei farmaci di questo tipo che notoriamente si acquistano solo con ricetta. Ma il gruppo aveva pensato anche a questo. Grazie alla collaborazione e la partecipazione attiva degli indagati tutto veniva superato, ognuno con il proprio ruolo strumentale e diversificato finalizzato in maniera univoca al reperimento, alla consumazione e allo spaccio delle sostanze droganti ma soprattutto alla materiale falsificazione completa delle ricette.
Incuranti della gravità dei fatti, i componenti del gruppo, sia minori che maggiorenni, non lesinavano con i dovuti accorgimenti, poi scoperti nel corso delle indagini, spedizioni all’estero dei farmaci illegali utilizzando carte di pagamento ed approfittando della facilità di movimento dei pacchi, spediti con vettori. In tutto questo i social hanno un’importanza cruciale: «La notevole mole di testimonianze e di accertamenti, attraverso l’analisi dei social network, ha consentito inoltre di effettuare una vera e propria “decodifica” dei metodi di comunicazione dei giovanissimi, adottati quasi esclusivamente nell’ambito della rete, con l’adozione di uno “slang” dedicato di volta in volta a caratterizzare le sostanze stupefacenti e, quindi, ancora più difficili da individuare», aggiungono dalla Polizia.
Lean, drank purple: è questa la nuova frontiera dello sballo tra i giovani (anche a Roma)
Sul fenomeno spiegano ancora dalla Questura: «Si è accertato che, pur rimanendo in voga tra i giovanissimi il consumo di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana, oggi si è sviluppata una nuova tendenza ovvero una nuova “dipendenza” dagli effetti provocati mediante l’assunzione di medicinali derivanti da molecole di natura oppiacea, utilizzate in medicina come rimedio per disturbi di natura infiammatoria o come antidepressivi oppure, in alcuni casi, come terapia del dolore in presenza di malattie terminali».
«In particolare – proseguono dalla Polizia – questo tipo di farmaci, se assunti in determinate maniere, provoca immediati effetti stupefacenti dichiarati da alcuni studi recenti addirittura più forti dell’eroina stessa. Quindi, se aumentano l’intensità e la durata degli effetti, di conseguenza aumenta anche la dipendenza da questo tipo di sostanze la cui assunzione provoca, nei casi di utilizzo improprio, danni importanti anche a livello cerebrale. Il gruppo criminale portato allo scoperto all’esito delle indagini, risulta composto da elementi con una spiccata inclinazione al compimento di varie attività delittuose, tutte rivolte ad un unico scopo: quello di essere in grado di soddisfare le richieste avanzate da coetanei in cerca di un facile “sballo”».
Il gruppo criminale della Roma “bene”
L’attività di Polizia Giudiziaria intrapresa ha permesso di evidenziare la presenza di un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti e/o psicotrope ben radicato nel tessuto sociale nel quale vivono la loro adolescenza, molti infradiciottenni, residenti in alcuni quartieri della Roma “bene” con particolare riferimento alle zone di Prati, Monte Mario, Ponte Milvio e Villa Glori.