“Il Direttore dello Zoo è corresponsabile nella strage di Krefeld. Secondo la Normativa Statale di Edilizia e Urbanistica (Landesbauordnung), un sistema anti-incendio deve essere quanto meno aggiornato con le ultime tecnologie. Edificare una struttura come quel padiglione – con coperture morbide – e neppure dotato di un rilevatore anti-incendio – è, a dir poco, negligenza”.
Non usa mezzi termini l’ingegner Donato Muro, italiano, classe 1985, nel commentare (uno fra tanti sulla pagina fb del quotidiano di Dusseldorf RP Online) all’indomani della tragedia che ha colpito lo zoo di Krefeld.
Nato in Basilicata (entrambi i genitori erano di Potenza), oggi Donato Muro vive e lavora Düsseldorf. Il dott. Muro – uno dei tanti “cervelli” emigrati all’estero dal meridione – ha frequentato l’università proprio a Krefeld. Oggi è un valente e stimato professionista specializzato nei sistemi di protezione antincendio, sicurezza sul lavoro e protezione ambientale.
“Quello che è successo a Krefeld è terribile – dichiara in esclusiva a Il Corriere della Città – Qui non si tratta solo di cercare un colpevole, ma piuttosto di iniziare a fare prevenzione perché simili tragedie non si verifichino mai più”.
La notizia del rogo che ha provocato la morte di oltre 30 primati e altri animali – era comparsa sul web la mattina di Capodanno come un fulmine a ciel sereno, tra i post augurali e altre amenità, diventando in poche ore virale, rimbalzando di Paese in Paese e scatenando rabbia e indignazione in tutto il mondo. Lo sdegno è aumentato quando i giornali hannno cominciato a parlare di Massa, il gorilla di 48 anni che doveva salvare la specie. E che invece è morto intossicato, forse arso vivo, come gli altri, cuccioli compresi, prigioniero nel suo recinto circondato dalle fiamme.
“Trovo difficile confermare che una piccola lanterna possa avere da sola provocato un simile disastro – sottolinea Muro – Tutto questo non sarebbe successo se fossero state seguite le più elementari norme di prevenzione. Un intero tetto che brucia solo a causa di una candela? Per carità… stiamo minimizzando. Un botto di Capodanno o una sigaretta avrebbero potuto, allora, avere lo stesso effetto! E’ sconcertante!”
“E’ vero – ammette Muro – l’edificio è del 1975, ha 45 anni, ma ciò non esenta il direttore dello zoo dal mantenere le strutture che ospitano gli animali nelle condizioni indicate nel codice edilizio della Renania settentrionale-Vestfalia (NRW). Misure per prevenire roghi e incendi? Nulle! – stigmatizza l’ingegnere italiano – Ciò non è consentito, indipendentemente dall’età dell’edificio. Non penso che il direttore dello zoo abbia provocato il rogo intenzionalmente (qualcuno è arrivato a ipotizzare anche questo…) ma nulla è stato fatto neppure per evitare una sciagura di tali proporzioni!”
“Molti riferiscono che i vigili del fuoco hanno recentemente ispezionato il sito. Certo, è la prassi – spiega Muro – ma i pompieri da soli non possono fare un quadro completo e approfondito della situazione. Questo è il compito degli ingegneri civili e di quelli specializzati nella protezione anti-incendio “, stigmatizza Muro citando la Corte Suprema Amministrativa di Muenster.
Secondo l’ingegnere italiano il rilevamento di fumo o di incendi è disponibile in molte versioni, anche economiche.
“Ogni appartamento in Germania deve avere rilevatori di fumo, perché non lo zoo? – si domanda – Certo, un sistema di estinzione incendi è costoso, ma cosa sarebbe acccaduto se l’incendio fosse scoppiato in presenza di visitatori e di bambini? Preferisco non immaginarlo! Può davvero essere una mera questione di costi? Qui non si sta parlando di milioni. Qualcosa non quadra….E che tutta la colpa di questo disastro ricada ora su tre donne distratte…beh…mi è difficile accettarlo!”
Intanto lo zoo ha riaperto al pubblico venerdì mattina. Per la gioia di alcuni. E la riprovazione di altri, soprattutto degli animalisti. Molte decine di migliaia di euro sono state raccolte in poche ore per il ripristino del padiglione maledetto, che ospiterà nuovi esemplari. Deplorevole, ha commentato qualcuno.
La polizia – nel frattempo – continua a indagare sulla vicenda.
Rosanna Sabella