I medici scambiano una semplice infiammazione per un tumore e le asportano la tiroide.
La malcapitata paziente, vittima dell’ennesimo caso i malasanità, si è rivolta all’associazione Codici per denunciare l’accaduto.
Al centro delle accuse vi sono alcuni medici dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dove la signora, dopo essere stata visitata, ha ricevuto una diagnosi completamente errata. Questo ha segnato per la giovane donna l’inizio di un terribile calvario.
Lo staff del Santa Maria Goretti che ha seguito la paziente fino a poco prima dell’intervento, ha portato avanti l’errata teoria del tumore fino alla fine. Tuttora l’ospedale si difende sostenendo di aver seguito le linee guida, respingendo ogni accusa.
L’associazione Codici spiega come tempo fa, “dopo essersi sottoposta ad ago aspirato alla tiroide, nell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, alla donna viene diagnosticato un tumore. La paziente si reca all’ospedale Pertini di Roma, dove viene praticata una tiroidectomia totale, l’asportazione della tiroide, senza che prima le vengano fatti altri accertamenti”.
Proprio durante l’intervento, i medici del Pertini avrebbero nutrito i primi dubbi riguardo la diagnosi data alla donna. Durante l’asportazione della tiroide erano nati i primi sospetti che non si trattasse di tumore ma di un semplice processo infiammatorio detto tiroide di Hashimoto. A seguito della biopsia effettuata sulla tiroide asportata, infatti, i sospetti del chirurgo sono stati purtroppo confermati. L’esame ha dimostrato come non ci fosse alcun tumore a carico della tiroide.
Conseguenze permanenti
L’associazione Codici afferma che “i mancati esami diagnostici e la carente attenzione dimostrata nel trattamento della giovane paziente sono intollerabili e hanno delle conseguenze impensabili per la vittima. Quest’ultima si ritrova a dover affrontare delle sofferenze non causate da una patologia reale. Ma, a causa di una diagnosi errata, porterà con sé gravi conseguenze fisiche ed economiche. Tra queste ci sono anche le spese legali per un processo che, come la giustizia italiana ci insegna, si protrarrà per lungo tempo”.