Per attenerci a quello che ci dice la legge, l’infedeltà extraconiugale rappresenta la mancanza di fedeltà affettiva o sentimentale e sessuale in un rapporto che viene definito “esclusivo”.
La morale della condizione di infedeltà è molto cambiata negli ultimi anni, specialmente in Italia. Fino agli anni 2000, era condannata solo l’infedeltà della moglie, nel senso che il marito tradiva, ma si tendeva, a livello anche legale, a minimizzare l’accaduto.
Mentre l’infedeltà della moglie era considerato un gesto estremamente gravoso, tanto da arrivare a serie conseguenze legali. Oggi però la condizione è cambiata e di conseguenza il vincolo matrimoniale viene visto in un’altra ottica, dove i coniugi sono responsabili entrambi del benessere dell’altro e poi della fedeltà reciproca poiché l’atto del tradimento porta a danni morali ed esistenziali gravosi.
Un’infedeltà del coniuge porta ad essere un motivo di divorzio per giusta causa.
Matrimonio: contratto legale per tutela dei diritti dei coniugi
Il matrimonio, nonostante ci sia il rito religioso, rappresenta un contratto a tutti gli effetti. Non tutti sono a conoscenza che l’obbligo del matrimonio, nasce in pieno medioevo quando le famiglie nobili decidevano il futuro dei propri figli con matrimoni di convenienza. Per avere una tutela legale si istituì l’obbligo del contratto matrimoniale.
Oggi rimane valido il contratto che viene eseguito sia in chiesa, con le pubblicazioni e con il rito di firma, che nelle unioni civili e in tutti quei documenti che convalidano una coppia.
Vero è che oltre alla tutela dei beni materiali o del patrimonio, ci sono obblighi, diritti e doveri. L’Infedeltà matrimoniale è una delle “clausole” che consentono di avere una separazione e una causa di divorzio poiché si viene meno al contratto stipulato.
Oltre all’elemento legale c’è da considerare il valore dell’atto del tradimento che danneggia comunque l’altro componente della coppia. Sia i mariti che le mogli sono tenuti alla fedeltà poiché essi rappresentano le basi della costruzione della famiglia. Chiunque tradisca, in base ai cambiamenti normativi per il divorzio, è il soggetto da condannare.
Perché tradire è motivo di divorzio?
Il tradimento comporta molti danni morali ed esistenziali alla persona tradita. L’entità del danno sviluppa una totale carenza di fiducia nel partner, con delle conseguenze perfino future. La vittima potrebbe non riuscire a intraprendere altre relazioni, si fida poco delle persone, andando poi ad avere una carenza di fiducia perfino in ambito familiare e lavorativo.
Si ha una modifica del proprio carattere e magari si abbassa l’autostima. In tanti soggetti traditi è stato notato una forte tendenza alla depressione oltre ad avere dei problemi di rapporti umani e di socialità esterna.
Considerando questo tipo di problematica è normale che esso possa essere un motivo per separarsi. Quando però si è sposati, il tradimento, diventa una minaccia all’unità familiare dove i due coniugi si trovano in disaccordo sull’andamento della costruzione della famiglia.
Per esempio le eventuali liti che sono eseguite di fronte ai figli o ai parenti stretti, esse sono un danno conseguenziale all’infedeltà che però danneggiano l’educazione e il carattere di terze persone. Dunque esso rappresenta un valido motivo di divorzio.