Emergono dal passato dei dettagli importanti sulla vita dell’Imperatore Adriano. Si tratta di una scoperta in Italia che potrebbe scrivere nuove pagine di storia.
Adriano, noto anche come Publio Elio Traiano Adriano, fu un imperatore romano appartenente alla dinastia degli imperatori adottivi.
Nacque il 24 gennaio 76 a Italica e morì il 10 luglio 138 a Baia. Regnò come imperatore dal 117 fino alla sua morte.
Secondo lo storico Edward Gibbon, fu uno dei “buoni imperatori” succeduti a Traiano. Era un individuo colto e un fervente ammiratore della cultura greca.
Viaggiò molto in tutto l’impero e ha attribuito grande valore alle province. Si è preso molta cura di migliorare le condizioni per i militari.
In Gran Bretagna, commissionò la costruzione del Vallo di Adriano come barriera fortificata. Implementò anche una nuova strategia per le operazioni militari dell’impero, dando la priorità ai confini sicuri e alla loro difesa rispetto all’espansione e alla conquista territoriale.
Mantenne la maggior parte delle conquiste di Traiano, ad eccezione della Mesopotamia, che assegnò a un sovrano vassallo.
Il suo governo si distinse per l’amministrazione efficiente, la tolleranza e il fiorire delle arti e della filosofia.
Adriano utilizzò la ricchezza ottenuta dalle conquiste per erigere una moltitudine di edifici pubblici, tra cui terme, teatri, anfiteatri, strade e porti, sia in Italia che nelle province.
Costruì una villa a Tivoli, dove ricreò i suoi monumenti greci preferiti, trasformando di fatto la sua dimora in un museo.
Significativo fu anche l’impatto dell’imperatore su Roma: sovrintese alla costruzione del Mausoleo e della Mole Adriana, guidando anche la ricostruzione del Pantheon, che era stato devastato da un incendio.
Adesso una scoperta in Italia può far luce su alcuni aspetti della vita dell’imperatore Adriano.
Una grande scoperta in Italia
Il frammento in questione è costituito da sette linee, meticolosamente incise su marmo bianco.
Queste righe descrivono in dettaglio i viaggi segreti dell’imperatore, con date esatte sia di partenze che di ritorni, mentre viaggiava tra Atene e l’Africa.
Questi viaggi sono stati eseguiti strategicamente, simili ai movimenti calcolati di una partita a scacchi, sul tabellone politico.
Insomma, un prezioso pezzo di storia è stato scoperto nei luoghi di sepoltura di Ostia Antica, facendo luce sui ricordi dell’imperatore Adriano.
Il frammento di marmo bianco, accuratamente inscritto con sette linee, rivela i dettagli dei viaggi segreti dell’imperatore tra l’Africa e Atene.
I viaggi erano programmati con precisione, seguendo le strategie politiche dell’epoca. Questa cronaca, risalente al 128 d.C., è raccontata con dovizia di particolari in quella che il team archeologico di Ostia Antica descrive come una scoperta “eccezionalmente significativa”.
La lastra incisa fa parte dei Fasti Ostiense, che sono essenzialmente una registrazione degli eventi più consequenziali dell’epoca.
Tale rinvenimento è stato effettuato in un’area fuori le mura di età repubblicana, adiacente al Foro di Porta Marina, poco nota al grande pubblico.
Secondo Alessandro D’Alessio, il direttore del parco che ha co-diretto il progetto di scavo con Luigi Caliò dell’Università di Catania, ritrovare una tale scoperta in tempi moderni è un evento raro.
D’Alessio osserva che il testo rinvenuto dettaglia indubbiamente fatti avvenuti a Roma durante il 128 dC, sotto il regno dell’imperatore Adriano.
Avverte che il riferimento incrociato di questo testo con altre fonti, tra cui letterarie, epigrafiche e numismatiche, rivelerà probabilmente dettagli sensazionali su Adriano.
Nello specifico, Adriano assunse il titolo di pater patriae il 1° gennaio 128 d.C., e sua moglie Sabina fu chiamata Augusta.
Per celebrare questi titoli, l’imperatore distribuiva denaro al popolo. Il 10 aprile 128 d.C. Adriano partì per l’Africa prima di tornare a Roma nella seconda metà o fine luglio, o inizio agosto, e consacrare un tempio a Roma prima di partire per Atene. Resta la domanda: quale tempio era?
Un monumento davvero misterioso
Secondo D’Alessio, che sta lavorando al fianco di Filippo Marini Recchia analizzando l’epigrafe, ci sono due possibili opzioni.
Il primo è il Pantheon, e il secondo, che è più probabile date le nostre attuali ricerche, è un tempio che non esiste più.
Nello specifico, il Tempio di Venere e Roma, la cui data di consacrazione è ormai nota nella prima metà di agosto, e forse nel giorno esatto della sua ascesa al trono nel 117, 128 d.C.
È singolare considerare che frammenti dei Fasti Ostiense sono stati scoperti già nel 1938 e nel 1969.
Tuttavia, nell’ipotesi di un ritrovamento odierno di una nuova iscrizione, la sua rilevanza e suggestione aumenterebbero poiché si tratterebbe di documenti primari di grande importanza.
Queste fonti epigrafico-letterarie di prima mano sono pubbliche e ufficiali e forniscono informazioni sui sistemi di comunicazione nel mondo antico.
Il nuovo frammento, lungo più di dodici centimetri, contiene almeno sette righe piene di lettere e parole.
Secondo Alessandro D’Alessio, il rinvenimento di questo frammento epigrafico è un evento notevole.
È eccezionale perché fornisce in poche frasi un’abbondanza di informazioni e delucidazioni sul regno e sulle imprese di Adriano, a noi prima sconosciute.
La comparsa dei ricordi di Adriano l’ultimo giorno dello scavo, dopo aver ripulito e scavato, fu uno sviluppo casuale. L’indagine ora va avanti.