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Il “tesoro” nascosto sotto la Rinascente di Roma, di cosa si tratta

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Rinascente

Continua il nostro viaggio quotidiano alla scoperta di storie e curiosità di Roma e del Lazio. Oggi siamo nella Capitale d’Italia e parliamo di qualcosa che accomuna la Rinascente di via del Tritone e la Fontana di Trevi. Sembra impossibile trovare un collegamento tra una delle fontane – se non la fontana – più belle di Roma e un megastore. Eppure, qualcosa c’è ed è sorprendente. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Che fine fanno le monete lanciate nella Fontana di Trevi?

La Rinascente di via del Tritone a Roma

Come si legge sul sito ufficiale de ‘La Rinascente’ di via del Tritone, “Roma, la Città Eterna. Qui, il tempo sembra essersi fermato: i suoi monumenti e siti archeologici trasformano una semplice passeggiata in uno spettacolare tuffo nel passato.

Ma Roma è anche moda, arte e buon cibo. A pochi passi dalla Fontana di Trevi e Piazza di Spagna, troverai un Flagship Store dedicato ai migliori brand di moda italiani e internazionali, alla cosmetica, al design, al gourmet e agli incontri.

Le meraviglie del piano -1 della Rinascente di via del Tritone

Al piano -1, infatti, abbiamo voluto creare un luogo di confronto e approfondimento nel cuore della città, dove poter mettere in comunicazione arte, storia, cultura e bellezza: è la nostra Exhibition Area, dedicata agli eventi, alle esposizioni e al design. Proprio qui si trova un tratto dell’acquedotto Aqua Virgo, inaugurato nel 19 a.C. e tuttora funzionante: messo in risalto dalle installazioni luminose, è un vero pezzo di storia da ammirare.
 
Un tratto dell'acquedotto Aqua Virgo, al piano -1 de La Rinascente a via del Tritone, Roma
Un tratto dell’acquedotto Aqua Virgo, al piano -1 de La Rinascente a via del Tritone, Roma
 
Le meraviglie architettoniche del nostro Flagship non finiscono qui: la struttura incorpora e avvolge un piccolo edificio dei primi anni del ‘900 denominato ‘Palazzetto‘, un vero e proprio palazzo nel palazzo, parte integrante dell’architettura espositiva. Appena varcata la soglia, però, sarà il cavedio a colpirti: attraversa in altezza tutti i piani del negozio, consentendo alla luce di diffondersi e conferendo all’ambiente una scenografia particolare.
 
I lavori per la realizzazione dello store hanno permesso di portare alla luce 4000 mq di strutture come una domus del IV secolo d.C., alcune insulae del II secolo, un complesso termale ornato con pavimenti a mosaico, la Via Salaria Vetus e il celebre Acquedotto Vergine con 15 arcate perfettamente conservate sviluppate per una lunghezza di 60 metri.
 
L’Acquedotto Vergine fu uno degli acquedotti più importanti dell’antica Roma: si tratta di una magnifica struttura progettata dal genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa, che venne inaugurata dall’imperatore nel 19 a.C.
 
Scorcio dell'Acquedotto dell'Acqua Vergine / CREDIT PHOTO: Pro Loco Roma
Scorcio dell’Acquedotto dell’Acqua Vergine / CREDIT PHOTO: Pro Loco Roma

L’acqua alimentava tutte le più importanti fontane del centro storico

L’acqua, lungo il suo tragitto dalle sorgenti dell’Aniene, provvedeva anche all’alimentazione di tutte le più importanti fontane del centro storico, tra cui la Fontana di Trevi, la Fontana della Barcaccia, la Fontana dei Quattro Fiumi. L’acquedotto, ancora oggi in funzione, qui è perfettamente visibile, mentre il resto delle strutture rinvenute nel corso dello scavo sono state reinterrate e vengono raccontate attraverso videoproiezioni.

La Fontana di Trevi a Roma

La Fontana di Trevi è la più grande fra le celebri fontane di Roma.

Fontana di Trevi a Roma, Italia
Fontana di Trevi a Roma, Italia

Costruita sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi, il concorso indetto da papa Clemente XII nel 1731 era stato inizialmente vinto dallo scultore francese Lambert-Sigisbert Adam ma successivamente l’incarico passò a Salvi: si dice che il cambiamento fosse dovuto al fatto che il pontefice non voleva affidare l’opera a uno straniero, invece un’altra versione spiega che Adam doveva ritornare in Francia.

Cominciata nel 1732, fu infine affidata nel 1759 a Pietro Bracci aiutato da suo figlio Virginio. I due completarono l’opera, che venne inaugurata nel 1762.

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