Ritrovate alcune pagine scritte dalla 18enne che il primo marzo scorso ha ucciso il padre a coltellate, per difendere la madre dall’ennesima violenza.
I carabinieri hanno sequestrato gli scritti di Makka, che serviranno a ricostruire un quadro più dettagliato del clima di sopraffazione che la ragazza e sua madre erano costrette a subire.
Ritrovato il diario della 18enne che ha ucciso il padre violento
“Chi troverà questo scritto capirà: o sarò morta io o sarà morto lui”. Inizia così il diario di Makka, la 18enne cecena che il primo marzo scorso ha ucciso a coltellate il padre, Akhyad Sulaev, 50 anni, nella loro casa in via San Giovanni a Nizza Monferrato, nell’Astigiano. Tredici le coltellate inferte dalla giovane, che ora si trova agli arresti domiciliari. Quelle pagine in cui la ragazza racconta l’orrore vissuto sulla sua pelle sono state sequestrate dai carabinieri di Canelli, che stanno svolgendo le indagini sull’omicidio.
“Ho paura che i miei fratelli copino il comportamento di mio padre” si legge ancora nel duro sfogo che la ragazza affida alle quattro pagine scritte poco prima che si consumasse l’omicidio. La 18enne ha raccontato che – per anni – il padre trascinava lei e la madre in una stanza e le picchiava. Esperto di karate, colpiva dove i lividi non si vedevano, perché nessuno scoprisse – al di fuori delle mura domestiche – l’orrore che si consumava nella loro casa.
Lo scorso venerdì, quando la 18enne ha accoltellato a morte il padre, l’uomo si era appena licenziato dal lavoro in un ristorante di Nizza e pretendeva che la moglie facesse lo stesso. Quando la donna è rientrata a casa, l’ha presa per i capelli e ha tentato di strozzarla. È a quel punto che la 18enne è intervenuta per salvare la vita alla madre. Ha estratto un coltello dal cassetto della cucina e ha colpito il padre, fino a che l’uomo non è finito a terra, esanime.
Le botte alla moglie per insegnare ai figli maschi il “rispetto”
I carabinieri l’hanno trovata in un angolo della casa, sotto shock. La ragazza ha avuto però la lucidità di raccontare quanto accaduto, delle botte ricevute e delle dimostrazioni che il padre faceva al cospetto dei due fratelli più piccoli, di 11 e 12 anni. “Quando vostra moglie vi risponderà o si comporterà male dovrete prenderla così, come fa papà”, il tutto mentre picchiava la moglie.
Una violenza continua, da cui la 18enne voleva liberarsi, soprattutto per timore che la madre potesse rimetterci la vita. Quel venerdì il papà l’ha inseguita nella stanza e l’ha presa a pugni. Makka è corsa in cucina, ha preso il coltello e ha messo fine alla vita del padre. Oggi la 18enne è ai domiciliari, ma rischia una condanna per omicidio aggravata dal fatto che la vittima fosse un familiare.