Lo scorso mercoledì 4 aprile una ragazza, una quindicenne come tante, ha deciso di togliersi la vita. Per il suo gesto estremo ha scelto la stazione di Porta Susa, dalla quale si è gettata sotto un treno in corsa. Dopo le prime ipotesi di un tragico e inevitabile incidente, il ritrovamento del suo diario segreto ha finalmente fatto luce sul mistero. «Sono troppo grassa» scrive l’adolescente tra quelle pagine. Stanca di abitare un corpo troppo ingombrante, di allontanarsi sempre di più da quegli ideali di bellezza e perfezione dai quali siamo bombardati, di essere derisa dai suoi compagni di scuola, Beatrice Inguì ha deciso di farla finita in una mattina qualunque. Il suo gesto estremo è diventato subito il portavoce di un disagio comune, quello di non sentirsi mai abbastanza, di odiare se stessi e il proprio corpo. E se questo è un fattore comune a persone di ogni età, quello che ha vissuto Beatrice in una fase così delicata e complicata come l’adolescenza è abominevole. Derisa dai suoi coetanei, la ragazza ha ricevuto critiche anche dopo la sua morte. Sì, perché sul web sono apparsi dei commenti offensivi su di lei. Pagine social come “Giente Honesta” – che conta più di cinquantamila followers – sono state teatro di insulti e stupidi commenti su di lei e sul suo gesto.
E se l’ira ingiustificata e la derisione da parte di chi preferisce giudicare piuttosto che pensare ha spopolato sul web, ancora maggiori sono state le dimostrazioni di solidarietà per la ragazza. Il bisogno di opporsi a questo tipo di atteggiamento superficiale, che ci porta a giudicare qualcuno solo dal suo aspetto esteriore, è molto sentito dal popolo dei social network, ma non solo. Le star scendono in campo contro il body shaming – ovvero “vergognarsi del proprio corpo” – sradicando totalmente gli impossibili modelli imposti dalla società.
Ashley Graham, modella curvy, ha dato il via a questo tipo di consapevolezza, proponendo un canone di bellezza totalmente diverso da quello a cui siamo abituati. La top model ha fatto delle sue curve e dei suoi difetti il suo punto di forza. A lei si uniscono star del calibro di Rihanna – popstar barbadiana, che negli ultimi tempi ha fatto discutere per i suoi chiletti di troppo – che ha deciso di non fare della magrezza una malattia, e Lady Gaga, che si definisce «formosa e orgogliosa». E mentre Blake Lively si apre sui social, scrivendo di quanto sia difficile recuperare la forma fisica dopo una gravidanza, l’attrice Drew Berrymore scherza sulla sua pancia in eccesso: una fan, avvicinandola, le ha dato della donna incinta e lei ha risposto semplicemente «non sono incinta, sono grassa».
L’ultima star ad essersi unita alla lotta al body shaming è Anne Hathaway: l’attrice sta ingrassando per un ruolo, e sui social attacca gli haters dicendo «a tutti coloro che mi giudicheranno troppo grassa nei prossimi mesi: non sono io il problema, siete voi».
La ricerca di un “responsabile” – se così si può definire – non sempre è da indirizzare, quindi, verso i modelli sbagliati, malati, dai quali siamo bombardati. Se i canoni di bellezza stanno cambiando, verso una maggiore consapevolezza, ciò che rimane invariato è il desiderio di sopraffare gli altri, di mostrarsi – spesso anche sentirsi – migliori di qualcun altro denigrandolo. Il body shaming resta l’ultima arma di tutti quegli insicuri che sentono il bisogno di spiccare sugli altri facendo leva non sui propri pregi, ma esaltando i difetti altrui. Finché questo tipo di atteggiamento non verrà totalmente scardinato, le Beatrici di tutto il mondo continueranno a riempire pagine di diario con insulti e rimproveri verso sé stesse.