Lo avevano affidato al personale sanitario del 118, avevano seguito tutti protocolli contro il virus, avevano rispettato le misure ed erano certi che al Policlinico Gemelli, uno dei nosocomi più rinomati della Capitale, qualcuno si sarebbe preso cura del loro papà. E invece, i figli di Giovanni Manna hanno dovuto fare i conti prima con la scomparsa e con le ricerche estenuanti, poi con la terribile verità: il loro amato ‘babbo’ è stato trovato, dopo 4 giorni, morto, senza vita nell’enorme e inospitale parco dell’Insugherata, che costeggia molti quartieri di Roma Nord.
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Giovanni Manna, la morte dopo la fuga dal Gemelli. Aperto un fascicolo
Non è stata aperta la caccia alla responsabilità, nessuno vuole incolpare per forza qualcuno. I figli chiedono solo verità, vogliono sapere cosa sia successo, ma il loro papà non tornerà purtroppo indietro. E tutte le speranze di ritrovarlo vivo sono cadute nel buio sabato pomeriggio scorso quando l’elicottero della Polizia ha sorvolato, ancora una volta, l’impervia zona del Parco e ha trovato l’anziano senza vita.
Giovanni Manna era scomparso il 16 novembre scorso, era fuggito dal Policlinico Gemelli e da quella sera aveva fatto perdere le proprie tracce. Quel ‘maledetto’ martedì aveva avuto un malore e i figli avevano deciso di chiamare l’ambulanza e di portarlo così in ospedale, dove loro non sarebbero potuti andare per seguire le norme contro il virus. ‘Hanno visitato papà, ci hanno chiesto se volessimo portarlo al pronto soccorso e a noi sembrava la cosa più giusta. Noi non siamo potuti andare, gli abbiamo pregati di controllarlo perché è malato di Alzheimer e potrebbe perdere l’orientamento’. Queste le parole che il figlio Matteo aveva rilasciato una settimana fa alla trasmissione di Rai 3 Chi l’ha visto, speranzoso e fiducioso di ritrovare il papà, con la macchina della solidarietà, partita sui social, che si era subito messa in moto. Ma ieri i figli sono ritornati nello studio di Rai 3, questa volta con la triste verità. Avevano affidato il loro papà all’ospedale, lo avevano lasciato lì, senza sapere e immaginare che a distanza di giorni sarebbe stato trovato senza vita nelle campagne romane.
Giovanni Manna in fuga dal Gemelli. L’Ospedale: ‘Noi abbiamo seguito i protocolli’
Inizia martedì 16 novembre scorso l’incubo dei familiari di Giovanni Manna. Prima la chiamata al 118, poi l’arrivo in ospedale dell’anziano e l’ultima telefonata al figlio: ‘Io voglio andare via‘. E il 73enne, malato di Alzheimer, è andato davvero via, è fuggito senza che nessuno se ne accorgesse. ‘Nostro padre era malato di Alzheimer, le visite le ha fatte un anno e mezzo fa proprio al Gemelli. Ci siamo raccomandati al personale del 118 di far presente al pronto soccorso di tenerlo d’occhio. Lo abbiamo affidato a loro, gli abbiamo dato un documento e il cellulare perché poi saremmo andati noi’. E in effetti, il personale sanitario ha specificato più volte nella scheda che l’anziano era malato. ‘Ci siamo fidati del Gemelli. All’arrivo gli avranno messo il braccialetto’ – spiegano i figli ai microfoni di Rai 3. E quando Giovanni è stato ritrovato aveva con sé il documento e il braccialetto di entrata del pronto soccorso, dove non è mai stato visitato perché aveva deciso di fuggire.
Giovanni Manna: “Avviata indagine interna”, il comunicato della La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli. “E’ tardivo. Si ripete che le procedure sono state rispettate, ma nostro padre è morto”. I figli in diretta a #chilhavisto. pic.twitter.com/RR0BW4jjMc
— Chi l'ha visto? (@chilhavistorai3) November 24, 2021
Il Policlinico Gemelli con un comunicato stampa trasmesso alla stampa ha espresso vicinanza alla famiglia, ma ha più volte ribadito di aver rispettato tutti i protocolli perché non spetta alla struttura ospedaliera cercare o sorvegliare i pazienti, a meno che non si tratti di TSO. E non era quello il caso di Giovanni Manna.
I figli si sono subito recati in ospedale: ‘Vostro padre è dentro’, ma per Matteo era impossibile perché dalla telefonata, l’ultima con il padre, aveva sentito delle macchine. Trascorrono i minuti, pochi ma fatali, fino a quando un’addetta non li avvisa: ‘Vostro padre non è in ospedale’. E da lì partono le ricerche, le ultime foto, le segnalazioni nel quartiere Monte Mario, fino alla terribile scoperta di sabato pomeriggio.
Giovanni Manna, parlano i figli: ‘Noi ci siamo fidati, li avevamo avvisati che aveva l’Alzheimer’
La procura di Roma ora indaga per abbandono di incapace aggravato, mentre il Gemelli ha aperto un’indagine interna per fare chiarezza. ‘E’ tardivo, nostro padre è morto. Papà non ce lo darà più nessuno, ma vogliamo che tutto questo non accada più a nessuno’. Che la terribile storia di Giovanni sia forse da insegnamento per non fare gli stessi errori.