Era in programma per oggi all’Istituto di Medicina Legale di Tor Vergata l’autopsia dei corpi di Maria Corazza e di Domenico Raco trovati cadaveri la mattina di venerdì scorso all’interno di un’auto carbonizzato. Sulla loro morte regna tutt’ora il mistero. Gli investigatori, proprio grazie agli esami sui corpi, puntano a ricavare elementi utili per dare una svolta alle indagini e capire chi e come ha messo fine alla vita dei due.
Al momento gli investigatori del Nucleo specializzato di Frascati, coordinati dalla Procura di Velletri, stanno portando avanti ogni ipotesi senza tralasciare nulla. Notizia di oggi è l’attenzione rivolta al passato dell’uomo trovato privo di vita insieme a Maria. In quest’ottica si inserirebbe la pista dell’esistenza di una terza persona che darebbe una spiegazione ad esempio al ritrovamento del sedile di guida vuoto e aperto come se qualcuno fosse sceso poco prima dell’incendio; e allora chi era Domenico Raco? Difficile infatti, viceversa, pensare ad un torbido passato di Maria, definita da amici e conoscenti come una «donna tranquilla, amante della famiglia, legatissima alla figlia e senza ombre». E avvalorando ulteriormente l’idea che la 46enne di Pomezia si sia trovata solo nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Ad ogni modo nel passato del 39enne, detto “il Calabrese”, si trova una precedente occupazione come guardia giurata e successivamente un impiego come pasticcere in un locale di Torvaianica.
Che sia qui dunque la chiave di volta per giungere alla verità?