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Gaia e Camilla, Pietro Genovese condannato a 8 anni

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Otto anni di reclusione per duplice omicidio stradale a Pietro Genovese: questa è la decisione del gup Gaspare Sturzo. Pietro, il giovane figlio del noto regista Paolo Genovese,  accusato di aver investito e ucciso, la notte del 22 dicembre del 2019,  Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, compagne di scuola, entrambe di 16 anni. Oggi la condanna con una pena più severa: 3 anni in più rispetto a quelli che aveva chiesto il pm Roberto Felici nella sua requisitoria

Pietro Genovese condannato a 8 anni

Per la difesa, quella tragica notte le due ragazze hanno attraversato la strada non sulle strisce pedonali. Per la procura, invece, il giovane a bordo del suo suv era al telefono, viaggiava oltre il limite consentito (a 90 km/h) e aveva bevuto qualche bicchiere di troppo. 

“Siamo largamente soddisfatti per il verdetto finale – ha affermato il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e vittime della Strada Onlus, Alberto Pallotti -. Il GUP ha svolto un lavoro davvero straordinario, aumentando la richiesta della procura e, notevolmente, la pena. E’ andato contro la Procura e, soprattutto, contro la ricostruzione fantasiosa della difesa. Il giudice Sturzo ha confermato quanto buono fatto nelle precedenti udienze, in particolare in quella in cui volle riascoltare tutte le parti in causa  per avere un quadro chiaro. Per una volta, la giustizia è stata giustizia, tenendo conto che si è trattato un rito abbreviato e che Genovese sconterà praticamente una pena piena. Non ci dimentichiamo che due ragazze di 16 anni, Gaia e Camilla, sono state tolte alla loro vita da uno sconsiderato che si è messo alla guida ubriaco, ma oggi la nostra fiducia nello Stato è maggiore. Per una volta, vincono le istituzioni. Questa è l’ennesima dimostrazione che la presenza delle associazioni di categoria nei processi come parte civile, non solo aiuta le famiglie, ma aiuta le istituzioni ad applicare le leggi in modo più giusto”.  

Grande la gioia dell’avvocato Walter Rapattoni, legale rappresentante dell’A.I.F.V.S. Onlus: “Siamo contentissimi per l’esito del processo di Roma. Non è stato un procedimento semplice, ma, sin dall’inizio, ci abbiamo creduto, dando il nostro supporto alle famiglie straziate dal dolore. Il GUP Sturzo ha voluto vedere oltre, favorendo un’integrazione dell’istruttoria che si è rivelata fondamentale per l’aumenta di 3 anni della pena richiesta dal Pubblico Ministero. Siamo di fronte ad un verdetto esemplare che vale da monito per chi si rende protagonista di una guida irresponsabile”. 

 

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