Oltre 200 persone hanno partecipato ai funerali della piccola Sofia, la bimba morta in provincia de L’Aquila, schiacciata da una porta di calcio che le è caduta in testa. Ma la presenza dei giornalisti non è stata gradita. “Nessuna intromissione nelle nostre sensazioni, il nostro dolore non è uno show”, hanno detto i genitori durante le esequie. Federico Piccioli, barista di un locale dell’Eur, e la mamma Giorgia, addetta al servizio mensa nelle scuole del litorale, hanno voluto vivere lontano dai riflettori l’ultimo saluto a loro figlia. “Stiamo ancora aspettando”, il messaggio lanciato su Facebook da Giorgia Lorusso al sindaco.
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Funerali Sofia, lo zio: “Mia nipote era una bambina allegra”
“Non ho fatto in tempo a regalarle la maglietta che le avevo comprato ad Amsterdam. Ero appena tornato dall’Olanda quando è successa la tragedia – a parlare durante i funerali è lo zio si Sofia –. Quel pomeriggio mi ha telefonato mia sorella per dirmi di andare a prendere i nostri genitori e di raggiungerla in Abruzzo perché era successa una cosa brutta”. Queste le frasi riportate dal Messaggero. «Mia nipote – conclude angosciato Daniele – era una bambina estremamente felice, allegra e sicuramente più matura rispetto alle sue coetanee. Aveva capito il senso della vita e da lei abbiamo imparato molto».
Il vicesindaco di Rocca Di Botte: “Quelle porte lì dal 2010”
Sul perché quella porta che ha schiacciato Sofia era in piedi interviene il vicesindaco di Rocca di Botte, nella Marsica, Luciano Camerlengo. “Non era ancorata alla recinzione mentre l’altra sì, infatti è in piedi – spiega a Repubblica –. Quelle sono porte artigianali messe lì tra il 2000 e il 2010 e prima erano fissate al suolo con dei ferri”. Ma c’è chi avrebbe messo nuovamente quelle porte in piedi. Probabilmente per giocare una partita.