“Aho’, mi padre gli ha detto: dammela bona la ‘robba’ se no te sequestro er negozio” – la frase gridata in strada da un adolescente, capelli biondi tinti senza freni inibitori, ai compagni di combriccola anch’essi esagitati, mette i brividi. E suscita interrogativi inquietanti.
Sono gli stessi ragazzini che questa notte all’una – dopo aver sparato sulla spiaggia petardi illegali che hanno scatenato i latrati dei cani della zona e svegliato bruscamente molte persone – hanno continuato a spadroneggiare indisturbati nella zona tra via del Portico Placidiano e viale delle Meduse con scooter dai motori truccati.
Gli stessi ragazzini che tra i banchi di scuola parlano di “bamba” come fosse un gioco o un vanto, incuranti di chi li osserva e di chi li ascolta.
Sono le nuove gangs di Fiumicino. La scuola non è per loro che il punto di ritrovo per scambiarsi sostanze che vanno dalla cannabis, alle metanfetamine, alla cocaina.
Fino a un anno fa circa, i loschi commerci di sostanze avvenivano dopo le lezioni, anche presso un noto fast-food della zona. Ma da quando la storia è finita sui giornali , il direttore del locale ha preso provvedimenti e aumentato le misure di sorveglianza.
Sono cani sciolti, dei quali sembra non importare niente a nessuno. Né ai loro genitori – che vivono essi stessi situazioni problematiche, in alcuni casi di grave disagio sociale – né alla scuola, che preferisce chiudere un occhio per evitare il danno d’immagine e il calo delle iscrizioni. Neppure i servizi sociali hanno a tutt’oggi – sembra – varato un piano serio ed efficace di contenimento dell’uso e abuso di sostanze tra gli adolescenti e dei fenomeni di devianza. Sottovalutando un fenomeno che dilaga ormai a macchia d’olio nel centro e nelle zone periferiche del Comune di Fiumicino. E che rischia di sfociare in dramma o addirittura in tragedia. Come è accaduto a Terni, due giorni fa.
Rosanna Sabella