E’ stato firmato ieri il nuovo Dpcm con le misure da adottare per far fronte alla Fase 2 dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus.
Con il nuovo decreto dal 4 maggio potranno essere celebrati di nuovo i funerali, ma solo alla presenza dei familiari stretti (parenti di primo o secondo grado), e non più di 15 persone, se possibile all’aperto, a distanza l’uno dall’altro. E tutti con la mascherina. Le messe, invece, non potranno essere celebrate.
Non si è fatta attendere la risposta della CEI: “Ora, dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo. Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia. I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale“.
Palazzo Chigi ha immediatamente dichiarato di aver preso atto della comunicazione della CEI e che già nei prossimi giorni si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza.